Nel 1984 il circolo culturale Didascalicon di Cosenza commissionava al Dipartimento di sociologia e scienza politica dell'Università della Calabria una ricerca sulla qualità della vita e sullo sviluppo urbano cosentino che veniva diretta dal prof. G. Colasanti. Si trattava della prima ricerca demoscopica, rappresentativa dei cosentini, per la quale venivano impiegati più di 30 intervistatori, che permetteva di dare un quadro di vari aspetti della realtà cittadina: i giovani, le donne, gli stili di vita, il voto, il modello urbanistico. Il quadro che emergeva della città era così sorprendente che, con un progetto del Consiglio nazionale delle ricerche, si decise di verificare ed allargare la ricerca comparando i dati del cosentino con altre realtà meridionali e italiane. L'intento era di analizzare in un microcosmo, ed in particolare in una città tipica, i caratteri generali nuovi di un'intera società. Da ciò nasceva la domanda se Cosenza fosse una scelta adatta allo scopo. Proprio per inquadrare un certo Meridione, che non produce solo criminalità e titoli di prima pagina sui quotidiani, Cosenza è sembrata significativa: essa cola diventa il terreno per analizzare vari aspetti del nuovo Meridione, intendendo con ciò il risultato delle grandi trasformazioni degli anni '60 e '70 provocate dall'intervento pubblico, dall'unificazione dei mercati, dalla mescolanza di culture, dalla urbanizzazione ed ovviamente dalla reazione del Mezzogiorno tradizionale ai suddetti processi di omogeneizzazione e modernizzazione.