Il Pilastro.

Giovanni Cristina

Il Pilastro.

Storia di una periferia nella Bologna del dopoguerra

Il Villaggio del Pilastro è un complesso di edilizia pubblica sorto negli anni ’60 all’estrema periferia nord-orientale di Bologna. Probabilmente noto al pubblico per essere stato accostato a episodi di criminalità, il Pilastro è stato rappresentato, spesso in maniera stereotipata, come un quartiere degradato, “meridionale” e pericoloso. Sulla base di una documentazione in gran parte inedita, il volume ricostruisce la storia del Pilastro agganciando la vicenda locale ad alcune questioni cruciali del dopoguerra italiano.

Edizione a stampa

35,00

Pagine: 300

ISBN: 9788891742780

Edizione: 1a edizione 2017

Codice editore: 1792.236

Disponibilità: Discreta

Pagine: 300

ISBN: 9788891764782

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 1792.236

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Il Villaggio del Pilastro - questa la sua denominazione "ufficiale" - è un complesso di edilizia pubblica sorto negli anni '60 all'estrema periferia nord-orientale di Bologna.
Appartenente dal punto di vista amministrativo al quartiere San Donato, il Pilastro fu costruito grazie a un'intesa tra il locale Istituto Autonomo Case Popolari e il Comune di Bologna per soddisfare la domanda di alloggi generata dall'immigrazione degli anni '50 e '60.
Noto al pubblico, suo malgrado, per essere stato accostato a episodi di degrado e criminalità - su tutti l'eccidio di tre carabinieri nel 1991, poi scopertosi opera di una dinamica esterna al quartiere - il Pilastro è stato rappresentato, spesso in maniera stereotipata, come un quartiere degradato, "meridionale" e pericoloso. In sostanza, un'"anomalia" rispetto all'immagine di Bologna negli anni '60-'70, realtà valorizzata anche all'estero come un virtuoso modello di amministrazione cittadina.
Sulla base di una documentazione in gran parte inedita, il volume ricostruisce la storia del Pilastro agganciando la vicenda locale ad alcune questioni cruciali del dopoguerra, come gli effetti del "miracolo economico ", la continuità tra fascismo e Repubblica nelle scelte in materia di pianificazione urbanistica, le politiche nazionali e locali di edilizia pubblica, le forme di mobilitazione dei cittadini nelle stagioni dei "movimenti ", la mobilità sociale e l'evoluzione demografica e "geografica" della società italiana.
Rifuggendo sia le strettoie interpretative del binomio periferia-degrado, che quelle apologetiche o vittimiste del quartiere "ghetto", inteso come "confino" volontariamente pianificato per i ceti emarginati, il volume adotta inoltre una prospettiva temporale e spaziale volutamente ampia, che collega la vicenda del Pilastro ai processi di costruzione delle periferie urbane a partire dall'800 e, più in generale, al ciclo evolutivo delle città italiane dall'Unità ad oggi.

Giovanni Cristina, già assegnista di ricerca in Storia contemporanea (Università di Catania), è stato nel 2014-2015 borsista "Marie Curie" al Centre de Recherches Historiques sotto la supervisione di Maurice Aymard, restando chercheur postdoctoral presso l'EHESS nel biennio successivo. Attualmente è membro del comitato di redazione de "Il mestiere di storico". Autore di varie pubblicazioni, le sue ricerche riguardano la storia delle città italiane nel dopoguerra e i processi di modernizzazione nelle città del Mediterraneo europeo tra '800 e '900.

Introduzione
Una contestualizzazione di "lunga durata". Processi di modernizzazione, culture urbanistiche e ideologie a Bologna tra età postunitaria e "miracolo economico" (1850-1956)
(La genesi della Bologna "moderna": ferrovia, sventramenti e primi sviluppi della città "pubblica" (1850-1889); La nascita della periferia "storica": il Prg del 1889 e la fondazione dello Iacp di Bologna (1906); Un'edilizia popolare per una Bologna in via di industrializzazione: le case "popolarissime", i "quartieri satellite" e i "villaggi" (1920-1940); La "Grande Bologna": tentativi di riconfigurazione amministrativa e di pianificazione urbanistica; La Bologna di Giuseppe Dozza: ricostruzione, pianificazione e crescita "quantitativa" nel dopoguerra (1945-1958); I nuovi quartieri della città: pianificazione e costruzione (anni '50 e '60); Un utile termine di paragone: il caso della Barca; Giuseppe Campos Venuti, l'"urbanistica riformista" e le "generazioni dell'urbanistica": un'analisi critica; Il Peep come strumento attuativo dell'"urbanistica riformista"; I rapporti tra Pci e Dc a Bologna nella costruzione della città pubblica; La periferia da "redimere": l'Ufficio Nuove Chiese di Lercaro; Il Libro Bianco su Bologna e il decentramento dei quartieri; Oltre Don Camillo e Peppone: Pci e Dc tra volontà di egemonia, innovazione riformatrice e collaborazione (1950-1975); Lo sviluppo industriale di Bologna nel tardo boom: trasformazioni urbane e implicazioni sociali)
La parabola progettuale: il Villaggio del Pilastro da "nucleo autosufficiente" a quartiere socialmente "rigenerato" (1958-1986)
(Una genesi tormentata: progettisti, Iacp e amministrazione comunale tra incomprensioni e scarso coordinamento; Il progetto del Villaggio del Pilastro del febbraio 1960; Prime modifiche al progetto "originario" (1961); Le modifiche al primo progetto: il difficile percorso verso il piano "definitivo" (1962-1966); Dal piano alla pratica: il difficoltoso arrivo delle urbanizzazioni primarie. Il trasporto pubblico (1963-1968); Peep e finanziamenti statali. L'"anomalia" del Pilastro in rapporto ad altre aree della "terza Bologna"; Il difficile arrivo dei servizi primari. Il sistema fognario (1960-1970); Il difficile arrivo dei servizi primari. Acqua e gas (1963-1966); Un banco di prova per l'"urbanistica partecipata": la variante Peep Pilastro del 1968; Dal piano alla pratica: il "Centro lineare" mai realizzato (1968-1973); Verso una nuova versione del Peep-Pilastro: la variante del 1974-1975; Alcune considerazioni sull'"urbanistica partecipata" al Pilastro; Il Pilastro completa la sua "rigenerazione": le varianti del Peep del 1981-1982)
Il Pilastro abitato: mobilitazione dal basso, convivenza difficile e superamento della marginalità (1966-2016)
(I primi abitanti di fronte ai disservizi: la costituzione del Comitato Inquilini del Villaggio del Pilastro (1966-1967); Le lotte del Comitato Inquilini del Pilastro: dallo sciopero degli affitti alle manifestazioni per la scuola (1968-1974); Le lotte per la casa e i conflitti con l'estrema sinistra: la mobilitazione del Comitato Inquilini nello scenario della contestazione (1969-1974); Le altre battaglie degli anni '70: la scuola come spazio di partecipazione, il riscaldamento come occasione di "autogestione", la lotta contro il disagio sociale; Il Comitato Inquilini esaurisce il suo ciclo. Nuove forme di partecipazione nel Pilastro "rinnovato" degli anni '80; Misurare il cambiamento: evoluzione demografica, composizione sociale e comportamenti elettorali degli abitanti (1970-2000); Il Pilastro come "ghetto": rappresentazioni e stereotipi interni ed esterni nel Villaggio degli anni '70; Il Pilastro degli anni '80: volontà di "normalizzazione", incremento dei "proprietari" e decremento dei "giovani"; Gli anni '90: un significativo colpo di coda della violenza e l'inizio dell'immigrazione "extracomunitaria" (con la "rinascita" all'orizzonte))
Conclusioni
Indice dei nomi.

Potrebbero interessarti anche