L'Europa centro-orientale e la Nato dopo il 1999

Federigo Argentieri

L'Europa centro-orientale e la Nato dopo il 1999

Il nuovo assetto politico strategico dell'Europa

Edizione a stampa

21,00

Pagine: 128

ISBN: 9788846429131

Edizione: 1a edizione 2001

Codice editore: 1136.1.7

Disponibilità: Esaurito

La ricerca è focalizzata sulla situazione venutasi a creare nella zona baltica in seguito all'allargamento della Nato del marzo 1999, che come è noto ha comportato l'ingresso nell'Alleanza della Polonia e lo spostamento dei confini est-ovest verso l'area di Kaliningrad-Königsberg. Sono esaminate le nuove responsabilità di Varsavia in tale contesto, in particolare nel perseguire una politica di "porte aperte" verso i vicini orientali, peraltro ad essa legati da antichi vincoli storici, e inoltre il contributo positivo offerto dalla Polonia al conflitto nel Kosovo della primavera 1999.

L'avanzamento dei confini della Nato ha messo in grande rilievo la cosiddetta exclave di Kaliningrad, separata dal resto del territorio russo da Lituania - con cui è stato concluso un accordo sul transito - e Bielorussia; mentre diminuisce, pur rimanendo assai importante, la presenza militare dell'era sovietica, aumentano le tendenze autonomistiche della popolazione.

I tre paesi baltici - Estonia, Lituania e Lettonia - dal ritiro delle truppe russe completato nel 1994 hanno dovuto frenare la propria impazienza di porsi sotto l'ombrello protettivo della Nato ed imparare a definire la propria sicurezza non solo in base ai traumi storici, ma anche alla realtà della Russia odierna, dove è necessario incoraggiare le tendenze democratiche contro quelle autoritarie e nostalgiche del passato. Pur non accettando veti in linea di principio, la Nato e gli Stati Uniti hanno cercato di affermare questo principio, fermo restando che in futuro potrebbero maturare condizioni più favorevoli per l'adesione dei baltici all'Alleanza, come traspare dalla Carta di partenariato Usa-Baltici riprodotta nell'appendice documentaria.

Per quanto riguarda il nuovo confine centro-meridionale della Nato, mentre in Bielorussia continua il dominio scarsamente contrastato del presidente Lukasenka, di cui presto dovranno occuparsi le associazioni di difesa dei diritti umani, l'Ucraina del rieletto Kucma continua sulla strada obbligata della cosiddetta diplomazia multivettoriale, tendente a mantenere buoni rapporti sia con l'Occidente che con l'Urss.

Dei paesi della frontiera meridionale, solo la Slovenia ha le carte pienamente in regola per entrare ma il vertice di Madrid del luglio 1997 non ne ha accolto la domanda: è sicuro che Lubiana entrerà al prossimo turno, ma non è affatto chiaro quando ciò potrà verificarsi.

Federigo Argentieri insegna presso l'Università degli Studi di Firenze e la John Cabot University di Roma. Da molti anni si occupa di storia contemporanea e di questioni politico-strategiche relative all'Europa centrale ed orientale. Con il CeMiSS ha già pubblicato L'Ucraina, nuovo architrave della sicurezza europea (CeMiSS Papers, 1999).


La Polonia
(Cenni storici; Il periodo della transizione; Rapporti con i vicini; La P.f.P. e l'avvicinamento alla Nato; Percezioni reciproche tra Polonia e vicini orientali; La Polonia e la Kfor)
Il Baltico
(L'oblast' di Kaliningrad; Estonia, Lettonia e Lituania)
La frontiera centro meridionale
(L'"avamposto" ungherese; Bielorussia e Ucraina; Slovacchia, Moldavia, Romania e Bulgaria)
Appendice
(L'iniziativa Centro Europea; Trattato Ungaro-Romeno; Trattato Usa-Baltici).

Collana: Politica - Studi

Argomenti: Politica estera, relazioni internazionali

Livello: Studi, ricerche

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