Fellini: «E' stata una lieta sorpresa trovare nella libreria sotto casa Appunti su Fellini. Non mi ricordavo quasi più che tanti anni fa Paolo Pillitteri mi aveva con discrezione, delicatezza e forse fin troppo rispettosamente rivolto qualche domanda... E così mi sono messo a leggerlo... e se non sicuramente il mio narcisismo, la mia vanità è stata subito solleticata».

Così parlava Fellini a Radio Anch'io, quel 20 dicembre 1990 in un colloquio a tre, con Bisiach e Pillitteri. Al di là dei complimenti, del giudizio fin troppo generoso, della solidarietà amicale, le parole del nostro più grande regista non riuscivano a nascondere quel grumo di amarezza, di insoddisfazione e di disagio che lo mortificavano da troppo tempo, anche perché «non tirava aria per realizzare altri film». Questo era il suo vero cruccio, al punto da concludere, sempre a Radio Anch'io: «Non vi hanno detto che A cinema è morto»? Ebbene, questo libro - intervista di Paolo Pillitteri lascia parlare Fellini dei temi a lui più cari: Roma, Rossellini, i sogni, i politici, la non politica dello spettacolo, la cattiva maestra televisione e, sopra tutto e tutti, della sua "baracca" cioè il suo cinema, dalla universalmente inconfondibile cifra "Made in Italy". E' una conversazione lunga e continuamente interrotta, senza censure o autocensure, che riesce a conservare, dopo il tempo passato, la freschezza e la sincerità del nostro sommo regista, che ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli che amano la sua "baracca".

Paolo Pillitteri milanese, scrittore, giornalista cinematografico, già uomo politico (è stato deputato e sindaco di Milano). E' stato docente di storia del cinema allo Iulm dal 1984 al 1992. Ha scritto diverse opere fra cui: Anna Kuliscioff, Marsilio, 1986; Maestri Autori Eventi, Angeli, 1986; Fra suspense e Psicanalisi - Il cinema di Alfred Hitchcock, Arcipelago, 1991; Un cuore grande così: Edmondo De Amicis, SugarCo, 1989; Cinema come politica, Angeli, 1992; Io li conoscevo bene, Newton Compton, 1994.