La soggettività come tecnologia sociale

Stefano Scarcella Prandstraller

La soggettività come tecnologia sociale

Un orientamento per le politiche

La soggettività è una tecnologia complessa, che necessita del mantenimento di determinati presupposti per continuare a funzionare e a essere riprodotta. Alla soggettività, oggi in crisi, si contrappongono due forme alternative: l’ascrittività e la post-soggettività. In un tale scenario, alla sociologia si prospettano tre possibili strade di intervento: la socioterapia, la ricerca-azione e l’orientamento delle politiche attraverso la ricerca finalizzata e l’intervento di rete, come proposto dalla teoria relazionale.

Edizione a stampa

28,50

Pagine: 256

ISBN: 9788846498717

Edizione: 1a edizione 2008

Codice editore: 1520.604

Disponibilità: Discreta

Dai contributi di diversi classici, in primo luogo Luhmann e Foucault, emerge che la soggettività non è una proprietà innata di ogni essere umano, ma piuttosto una forma di autocostruzione dell'uomo, storicamente affermatasi come prevalente nel solo Occidente ed in tempi relativamente recenti. La soggettività è altresì la tecnologia sociale che ha trasformato l'autoriferimento dell'uomo moderno in una "forza utile", l'egoicità disciplinata e prevedibile del cittadino, rendendo così possibile l'esistenza della società così come noi la conosciamo. Se non che, la soggettività è una tecnologia complessa, fragile, che necessita del mantenimento di determinati presupposti per poter continuare a funzionare e ad essere riprodotta.
Alla soggettività, oggi in crisi, si contrappongono due forme alternative. La prima è l'ascrittività, sia una forma, che una tecnologia semplice, fondata sull'eteroriferimento e la condivisione necessaria, tuttora prevalente in molte società non occidentali, che ci si presenta alle porte con la globalizzazione e l'immigrazione. La seconda è la post-soggettività, egoicità non disciplinata, fondata su narcisismo e ricerca del piacere, vera "forza sociale emergente" e comune origine di diversi fenomeni, dalla crisi della famiglia e del sistema educativo, alla fuga nella realtà virtuale, alle nuove dipendenze e marginalità, fino a certi comportamenti in apparenza sconcertanti degli adolescenti. Essa è una forma, ma non una tecnologia, in quanto ben difficilmente potrebbe rendere possibile qualunque società. In un tale scenario, alla sociologia si prospettano tre possibili strade di intervento, una a livello micro, con la socioterapia, che applica le conoscenze sociologiche in un approccio ecologico al disagio, una a livello meso con la ricerca-azione ed una a livello macro, con l'orientamento delle politiche attraverso la ricerca finalizzata e l'intervento di rete, come proposto dalla teoria relazionale.

Stefano Scarcella Prandstraller, autore di numerose ricerche sociali con tecniche quantitative e qualitative, è docente incaricato di sociologia dell'organizzazione in un Master presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Verona e collabora con la Facoltà di Psicologia 2 dell'Università "La Sapienza" di Roma. È autore di varie pubblicazioni, tra cui Sociologia dell'organizzazione, edito dalla Simone (2005) e Sociologia dell'Islam al tempo della guerra al terrorismo edito dalla Di Virgilio (2007). È vice presidente regionale del Lazio dell'Associazione Italiana di Sociologia Professionale (AISP) e membro dell'Associazione Italiana di Socioterapia (AIST).



Introduzione: perché la soggettività?
L'affermazione della soggettività
Durkheim: l'anello mancante
Mead: l'origine sociale del Sé
Parsons: la società dei soggetti assoluti
Marcuse: la psicanalisi come teoria del soggetto
Luhmann: senso, sistema e soggetto
Foucault: le tecnologie del Sé manipolabile
Due tecnologie e una forma
(Soggettività; Ascrittività e neo-ascrittività; Post-soggettività)
Verso una sociologia della post-soggettività
Soggettività, politica e politiche
Bibliografia.

Contributi:

Collana: Sociologia

Argomenti: Teoria sociologica e storia del pensiero sociologico

Livello: Studi, ricerche

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