Il territorio locale è investito oggi dalle logiche della globalizzazione che, se per un verso tendono alla omologazione, dall'altro necessitano di specificità territoriali (salariali, ambientali, ecc.) da "spendere" nell'organizzazione produttiva (Magnaghi). Nel timore di cadere in un'indistinta categoria "globale", il locale reagisce spesso con una strategia essenzialmente difensiva e distintiva di una specificità culturale, economica, ambientale, eretta a elemento identificativo e di "chiusura" di un intero territorio.

La capacità di costruire progettualità locale può essere invece un'opportunità per interagire in modo aperto con le dinamiche globali al fine di proporre un disegno territoriale che sia, con le parole di Dematteis, "endogeno, radicato e appropriato". In tal modo il territorio può essere valorizzato come il "luogo di incontro di un pensiero e di una terra nella misteriosa tramatura del loro corrispondersi" (Resta). Su questi temi si è articolato il convegno "Logiche territoriali e progettualità locale", svoltosi a Rovigo nei giorni 24-25 settembre 2004, di cui questo volume riporta gli atti.

Intraprendere un cammino di ascolto del territorio equivale a fare esperienza del percorso (forme e sistemi d'azione, logiche dell'agire) attraverso cui gli attori costruiscono il territorio stesso. Il convegno ha inteso essere un contributo all'apprendimento di un "mestiere" ? indispensabile, riteniamo, per l'educatore che si occupa di territorio, per il geografo e per chi intende "cooperare" allo sviluppo locale ? che si acquisisce imparando appunto ad ascoltare il territorio, a riconoscere gli attori, a promuovere l'emersione di diritti individuali da tradurre in beni comuni, ad identificare opportunità esistenti e mobilitabili, garanzie richieste e vincoli percepiti, ad attivare "conoscenze, linguaggi e significati": risorse tutte indispensabili per la costruzione di collettività in grado di fare progettualità locale. In altre parole, è un mestiere che richiede un orecchio allenato a raccogliere i suoni di quella "misteriosa tramatura" che racconta della corrispondenza tra un pensiero e una terra.

Marina Bertoncin è professore associato di geografia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Padova. Si è occupata a lungo di geografia dell'acqua nella bassa pianura veneta, analizzando le dinamiche tra attori implicati nella costruzione territoriale. Recentemente ha pubblicato: Logiche di terre e acque. Le geografie incerte del Delta del Po (Cierre, 2004). Attualmente è impegnata in progetti di ricerca sulla territorializzazione idraulica nell'Africa subsahariana.

Andrea Pase è professore associato di Geografia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Padova. Si è interessato della costruzione del confine di Stato in età moderna e della strutturazione territoriale coloniale in Africa. Attualmente è impegnato in progetti di ricerca sulla territorializzazione idraulica nell'Africa subsahariana.