Sartre

Giovanni Invitto

Sartre

Dal «gioco dell'essere» al lavoro ermeneutico

Edizione a stampa

20,50

Pagine: 176

ISBN: 9788846471697

Edizione: 2a edizione, nuova edizione 2005

Codice editore: 495.21

Disponibilità: Buona

A cento anni dalla nascita (1905) ed a un quarto di secolo dalla morte (1980), la figura di Jean-Paul Sartre continua ad essere oggetto di studio, mentre le sue opere sono costantemente lette come segno di un'epoca e come testimonianza di una cultura che fece dell'impegno sociale e politico la specificità di un esistenzialismo disincantato ma non rassegnato.
In questa direzione è apparso utile riproporre un testo, come quello di Giovanni Invitto, che, pubblicato alla fine degli anni Ottanta, incontrò subito l'attenzione non solo degli addetti ai lavori, ma anche di un pubblico che voleva accostarsi ad un pensiero e ad un intellettuale segnato da contraddizioni tanto clamorose quanto apparenti, da un immoralismo provocatorio quanto falso, da una eversione filosofica più concettuale che lessicale. Lo scritto che qui si ripropone, ritenuto tra i più significativi mai apparsi su Sartre in Italia (vedi "La Repubblica" del 22 marzo 2005), riprende temi oramai divenuti caratteristici della teoria sartriana come l'universo "ludens" e la morale camuffata, le dialettiche della violenza che si manifestano nello sguardo, la fenomenologia del silenzio, la ribellione in nome del Nulla. Ma il volume ritesse anche in una coerente lettura schegge di discorsi che Sartre aveva elaborato negli ultimi venti anni, mentre si dedicava alla scrittura de L'idiot de la famille, opera mastodontica dedicata a Flaubert, e che l'autore già sapeva che non sarebbe mai stata letta da coloro con cui e per cui viveva e agiva: i giovani del Movimento e della Cause du peuple.
La postfazione dell'autore dà conto del punto a cui è pervenuta oggi la letteratura su Sartre, ricucendo circa vent'anni di critica nei quali l'immagine dell'intellettuale delle caves e del premio Nobel rifiutato perché premio"borghese", si è arricchita di ulteriori dettagli ma ha confermato le proprie caratteristiche teoretiche, etiche, politiche.

Giovanni Invitto è ordinario di Filosofia teoretica ed insegna anche Estetica e Sociologia dell'arte e della letteratura. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Le idee di Felice Balbo (1979); Merleau-Ponty e la filosofia come vigilanza (1981); Esistenzialismo e dintorni (1992); Alain. Un filosofo dei segni (1999); Sartre. Dio: una passione inutile (2001); La tessitura di Merleau-Ponty (2002); L'occhio tecnologico. I filosofi e il cinema (2005). Inoltre, ha curato la traduzione italiana di Merleau-Ponty, L'occhio e lo spirito (1971) e di Sartre, La mia autobiografia in un film. Una confessione (2004). Dal 1987 dirige la rivista quadrimestrale di filosofia "Segni e comprensione". Suoi scritti sono stati pubblicati o tradotti in Francia, Belgio, Brasile, Usa.


Premessa
L'universo "ludens" e la morale camuffata
Le dialettiche della violenza: l'occhio e lo sguardo
La fenomenologia del silenzio
La politica, tra le cose e la coscienza
(Premessa critica; Contro l'etica borghese; L'Etre et le Néant e una filosofia "tranquilla"; Compagno di strada; La fenomenologia della rivoluzione)
Dopo la "Critique". Prassi, ermeneutica e liberazione
(Superabilità-insuperabilità del marxismo; Soggetto e mineralizzazione; Storia, storicità, struttura; Comprensione e Storia; Linguaggio di conoscenza e linguaggio di comprensione; Ideologia e "praxis"; Nuova intellettualità e radicalismo; La filosofia italiana di fronte a Sartre)
Conclusione
Giovanni Invitto, Postfazione - Jean-Paul Sartre: pietra tombale o compito futuro?
Raffaele Capone, Bibliografia sartriana dal 1989 al 2005

Contributi: Raffaele Capone

Collana: Filosofia

Argomenti: Storia della filosofia contemporanea - Ermeneutica - Fenomenologia

Livello: Studi, ricerche

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