Da tempo la letteratura dedica ampio spazio al tema della trasparenza bancaria. Il recente acceso dibattito politico sulle competenze della Banca d’Italia in materia di antitrust non ha fatto altro che imprimere a questo tema nuovo impulso.
Con questo volume si intende, innanzitutto, prendere posizione all’interno della disputa tra le argomentazioni a favore di una maggiore trasparenza e le ragioni di chi sostiene l’obbligo alla riservatezza delle banche, valutando se le ragioni addotte giustificano o meno il ricorso a meccanismi di coordinamento dei comportamenti degli operatori economici alternativi ad un sistema di mercato.
La negoziazione tra le parti e la gerarchia sono meccanismi alternativi che sembrano poter offrire un valido contributo alla gestione efficiente degli interessi in conflitto in caso di distribuzione di informazioni. L’introduzione, da parte dei pubblici poteri, di una regolamentazione di trasparenza, comporta una relazione di gerarchia.
Il compito di chi si propone di analizzare la trasparenza bancaria non può esaurirsi con la valutazione dell’opportunità di ricorrere a meccanismi di coordinamento alternativi ad un sistema di mercato. Delineate, infatti, le ragioni che sembrano poter giustificare l’introduzione di una regolamentazione di trasparenza, è opportuno rilevare quanto sia difficile individuare i termini di tale intervento, riguardo: alla natura delle informazioni da trasmettere; ai canali e agli strumenti di comunicazione da utilizzare.
La regolamentazione introdotta nel nostro ordinamento viene esaminata proprio al fine di descrivere le soluzioni adottate dal legislatore italiano.
Ulteriori spunti degni di interesse, utili ad individuare linee guida e ad ottimizzare gli strumenti di regolamentazione,. possono essere forniti dall’esame, compiuto in questo volume, dei fabbisogni informativi dei consumatori e delle loro preferenze nell’uso dei canali di trasmissione.
Massimo Caratelli è ricercatore di Economia degli intermediari finanziari presso la Facoltà di Economia “Federico Caffè” dell’Università degli Studi di Roma Tre.