Le nuove tecnologie dell'informazione ed i loro riscontri socioeconomici interagiscono in un processo di cambiamento di cui è difficile distinguere con chiarezza il contenuto e la direzione di senso. La ricerca sviluppa l'ipotesi che le trasformazioni in atto non siano comunque tali da modificare strutturalmente il sistema urbano ed il sistema dei valori che si sono venuti storicamente formando ed affermando in Europa occidentale. Quei sistemi costituiscono i termini entro i quali l'innovazione produce e produrrà i propri effetti, che sono e saranno orientati ad una ulteriore crescita se i Paesi europei e l'Europa del mercato unico sapranno adottare strategie a somma positiva.
Nella invarianza di alcuni riferimenti strutturali si osservano tuttavia modificazioni; «locali» di grande portata, che interessano in particolare il nostro Paese e che richiedono anch'esse logiche di gioco a somma positiva.
Si tratta della pubblica amministrazione, le cui interazioni con gli altri soggetti sempre più sono veicolate da una nuova forma di potere (un «potere organizzatorio») che ne modificano il ruolo e gli assetti.
Si tratta inoltre della progressiva formazione di un sistema urbano padano compatto, in luogo del sistema di «capitali regionali» che è stato protagonista dell'industrializzazione italiana.
La ricerca individua infine nello sviluppo dei valori e delle pratiche di democrazia - che si esprimono nel circolo virtuoso formato da educazione, benessere materiale e diritti umani, in un contesto ormai globale - il vettore di senso ed il minimo comune denominatore dei fenomeni di innovazione e dei dati di invarianza che definiscono la nostra epoca.