Piero Gobetti morì a Parigi Il 16 febbraio 1926, esule. E' sepolto al Père Lachaise.
Aveva scelto la Francia come terra dove continuare la sua attività di editore e organizzatore di cultura, non per -parlare di miserie italiane all'estero., ma per lavorare a quella circolazione di cultura europea cui si era ispirato negli ultimi anni con "Il Baretti".
Quella scelta è stata l'occasione di esplorare, in un convegno svoltosi a Parigi nel febbraio 1983, non solo i suoi percorsi individuali, ma anche quelli di due generazioni che, nel periodo fra le guerre mondiali, si volsero alla Francia quale tradizionale terra di libertà.
E' stato possibile così ripercorrere itinerari calcati per secoli dagli emigranti stagionali, spesso con una significativa sovrapposizione di ragioni economiche e politiche.
Accanto a Gobetti (nel volume sono pubblicati due inediti, il carteggio di F.S. Nitti a lui diretto e il suo progetto per una casa editrice francese), dunque, l'emigrazione antifascista fra le due guerre e sullo sfondo Torino, e gli insegnamenti di dignità e libertà di cui gli Italiani di quelle generazioni si riconoscono debitori alla cultura francese.
Nel corso di questo convegno, proprio per sottolineare l'intensità del rapporti culturali fra Italia e Francia, si è deciso di promuovere un programma di ricerche franco italiane coordinato dal Cedel (Centro d'études et da documentation sur l'emigration italienne) che si faccia garante anche della salvaguardia degli archivi inerenti a questi temi.