L'Unione Sovietica, gigante a lungo colpito da paralisi, ha ripreso a muoversi e torna a suscitare inquietudini e speranze, soprattutto interrogativi ai quali questo saggio suggerisce alcune risposte, senza la pretesa di giudizi definitivi. Quello di Gorbaciov non è il primo tentativo, dalla morte di Stalin, di superare l'eredità del dittatore georgiano. Questa volta il Segretario generale è consapevole del carattere conflittuale della svolta perseguita ed il suo primo compito è di individuare le forze sociali sulle quali può far leva il disegno riformista per fare di esse forze di governo. Ma è possibile una riforma che non sottragga la tecnocrazia al controllo del Partito o che non inneschi rivendicazioni sconosciute alla tradizione sovietica? E' pensabile introdurre l'efficienza senza risolvere il problema dei diritti civili, creare, secondo una espressione di Nicola II, «un fuoco che non brucia», essere in questo mondo, ma non di questo mondo?
Il tentativo deve darsi una veste ideologica, in una società da sempre abituata ad una ideologia onnicomprensiva che si condanna al nulla se non ha la vocazione del tutto. Il culto della «verità» di Gorbaciov comincia dalla riscoperta del passato, dalla constatazione che è più facile nazionalizzare fabbriche che memorie, speranze che sentimenti. La sua ambizione dovrebbe consentire al paese che ha sperimentato la storia più drammatica di questo secolo almeno di leggerla o scriverla senza pagine bianche.
Di tutte le accelerazioni impresse da Gorbaciov, le più spettacolari sono nella politica estera, dopo anni di diplomazia del «niet» e dell'atomo intransigente. Gorbaciov abbozza nuove forme di consistenza, in Europa e nel mondo, ma il mutamento non è facile per un paese che ha sempre affidato la propria sicurezza all'immensità degli spazi ed all'autoritarismo del proprio sistema politico, un paese che tuttora spaventa gli altri per le proprie dimensioni ed a sua volta è spaventato dalla unicità del suo regime.
La scommessa di Gorbaciov è ardua ed ambiziosa ma è la scommessa politicamente più importante di questo scorcio di secolo.