Sospeso nel vuoto della periodizzazione tra la fine del medioevo e l'inizio dell'età moderna, il regno di Luigi XII non ha goduto di particolare fortuna storiografica, non solo in Francia. La storiografia sulle Guerre d'Italia, infatti, ha spesso assunto una prospettiva centrata su Firenze e sulla spedizione di Carlo VIII, di fatto privilegiando quella che può considerarsi una premessa agli avvenimenti susseguitisi a partire dal 1499; oppure si è concentrata sullo scontro fra Carlo V e Francesco I, proiettando le vicende della penisola sul più ampio sfondo della lotta per l'egemonia in Europa. Quest'alternativa ha lasciato in ombra più di dieci anni (1499-1512) d'intensa sperimentazione politica: anni decisivi anche e soprattutto per Milano, improvvisamente sbalzata dal centro di un principato italiano alla periferia di una grande monarchia europea, retrocessa da capitale a città suddita, da corte a dominio.

I saggi raccolti in questo volume indagano da punti di vista differenti (politico-istituzionale, sociale, artistico) la crisi e la riconversione di una città alla ricerca di soluzioni alternative alla corte e a uno spazio politico di respiro regionale: uno sguardo complessivo che, nel marcare i tratti caratteristici di un decisivo movimento di passaggio, mostra in opera dinamiche sociali di lungo periodo in cui il nuovo principe e i diversi segmenti della società politica milanese, dall'aristocrazia ai collegi professionali al popolo minuto, rielaborano criticamente l'esperienza dello stato regionale, in un incontro-scontro di eserciti, popoli e culture che caratterizzerà in tempo di guerra e in tempo di pace i secoli a venire.