Nel corso del Seicento il panorama economico europeo si andava ridefinendo. Olanda e Inghilterra, sia pure con tappe di sviluppo diverse. dominavano l'Europa, mentre le attività di trasformazione trovavano sempre più spesso migliori opportunità di crescita in campagna o comunque nei centri minori.

L'Italia settentrionale testimonia l'espansione di un"'industria" rurale e le difficoltà di un"'industria" urbana. Ecco quindi sorgere la necessità di conoscere a fondo queste nuove. spesso modeste, realtà rurali per ricostruire il quadro generale manifatturiero: chiarire cioè i motivi della loro crescita, i loro rapporti economici, sociali e politici interni ed esterni con i mondi che le circondano, per comprendere le loro trasformazioni e le cause che le avevano generate, individuare eventuali crisi o stagnazioni, constatare il loro duraturo successo o il declino finale.

E' quanto sì è cercato di fare con il Vicariato di Ala, una piccola provincia sulla sponda dell'Adige, cuscinetto tra la Repubblica veneta e l'impero degli Asburgo, che si affermò nel corso del Seicento come centro di lavorazione di velluti serici. Durante tale secolo il borgo di Ala si trasformò in una industriosa cittadina. popolata da numerosi tessitori occupati a pieno tempo per produrre per ì mercati tedeschi, polacchi e austriaci. La popolazione risultò in forte crescita. l'agricoltura allargò i suoi spazi coltivati e intensificò le colture con l'estensione del gelso e l'introduzione di nuove piante. Nella seconda metà del Settecento la politica accentratrice di Maria Teresa e di Giuseppe Il finì per emarginare la piccola provincia che anche per questo motivo, dovette rinunciare alla propria posizione sui mercati.

Ivana Pastori Rassetto è laureata in economia e commercio all'Università Bocconi di Milano. Ha conseguito il Diplòme d'Etudes Approfondies (D.E.A.) presso l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (E.H.E.S.S.) di Parigi. E' ricercatore di storia economica presso il Dipartimento di economia dell'Università di Trento.