Il nucleare all'italiana inizia con Caorso e finisce con un referendum. Che cosa c'è dietro l'enigma di una centrale ferma dal 27 ottobre 1986? E qual è il motivo del fallimento di una ondeggiante politica energetica che non è riuscita a realizzare gli impianti che aveva previsto? Questo è un viaggio sui sentieri dell'atomo che ripercorre tutte le tappe (dal 1969 ai nostri giorni) della centrale di Caorso, 840 megawatt di potenza, oltre 1.000 miliardi di costo, contro i 140 previsti. è anche la storia degli uomini che hanno accompagnato la vita di un impianto sfortunato che in otto anni di attività ha collezionato più di 100 fermate per guasti. Così, dietro l'atomo, spuntano i profili dei personaggi che lo hanno accettato o combattuto, e che oggi si interrogano su una scelta piena di dubbi dopo l'incidente di Chernobyl.

Caorso è un caso italiano di furberie e di promesse mancate, di pressappochismo e attenzioni tardive, di bugie e di strumentalizzazioni. Ha ragione l'Enel che considera l'impianto sicuro oltre la media dei reattori europei, oppure è vera la tesi degli antinuclearisti, che hanno portato la centrale davanti al magistrato di Piacenza? E ancora: qual è il destino delle scorie radioattive, cosa succede in caso di incidente e di emergenza esterna, perché in Italia mancano i centri di decontaminazione? Caorso è il test dell'atomo di casa nostra dove enti locali e sindacati si sono fatti le ossa in una difficile convivenza. Qui un cronista ha ricostruito la vita di una centrale chiamata «Arturo» ascoltando le voci dei protagonisti. La seconda parte del libro è dedicata a un confronto di opinioni sull'energia nucleare in Italia di fisici, ecologisti e sindacalisti.

Gian Giacomo Schiavi è nato nel 1955 a Gragnano, in provincia di Piacenza. Ha iniziato la sua attività di giornalista al quotidiano La Libertà, è stato poi al Resto del Carlino e alla Nazione e attualmente lavora alla redazione romana del Corriere della Sera.