Organizzazione, piano e governo urbano.

Michela Morello

Organizzazione, piano e governo urbano.

A partire da Palermo

Edizione a stampa

25,00

Pagine: 224

ISBN: 9788846437655

Edizione: 1a edizione 2002

Codice editore: 1561.62

Disponibilità: Discreta

Si registra da molte parti la coscienza di una crisi della pianificazione: di strumenti e di programmi, da leggersi come crisi di un governo delle soluzioni la cui matrice e la cui ricaduta è politica in senso ampio. Per chi si occupa di piani (a buon diritto si occupa di piani chi li commissiona, chi li disegna, chi di nuovo li gestisce e li applica e chi alla fine li analizza), il nodo sempre più difficile da sciogliere è fra scelte la cui razionalità risulta limitata da visioni plurali quando non conflittuali, e soluzioni che significano (non banalmente) la realizzazione attuativa di quelle scelte così come l'adesione ad esse, cioè un consenso auspicabilmente ampio da parte di quanti sono i destinatari.

L'idea forte e genuinamente politica che dà vita a un piano regolatore è scambiare uno scenario di città giusta, solidale, produttiva o quant'altro, con le attese che individualmente oltre che collettivamente si producono nei cittadini, fintanto che eccedono inevitabili delusioni.

Un piano che abbia uno sguardo ambizioso e inclusivo sulla città simboleggia e incarna la promessa urbana: da mantenere e da governare. Il suo governo è fatto di passaggi politici ed espedienti antipolitici in un'alternanza non sempre funzionale agli obiettivi e agli eventi annunciati.

Quella che analizziamo è una congiuntura satura di soluzioni e fallimenti. I piani tradizionali con la loro zavorra di proposte, comprendenti i tempi di realizzazione, cominciano a far paura agli amministratori come ai tecnici; si fa posto a una generazione di piani flessibili e programmi complessi che puntano dritto all'intesa fra le parti in qualità di operatori allo scopo di investire e realizzare qui ed ora. Per contro si riscopre la via comunitarista alla pianificazione in esperimenti in controtendenza dove le scelte sono anticipatamente discusse e sottoscritte.

Quello che proponiamo dentro una cornice di significati che appassiscono e si ricercano è il caso di Palermo e del suo piano regolatore inconcluso. È la vicenda di un governo urbano che con il nuovo piano insegue un obiettivo che dopo avere generato un'aspettativa diffusa e molte critiche si affida e si arrende ai passaggi burocratici e amministrativi di una vecchia politica che non macina più.

Michela Morello insegna Sociologia urbana e Sociologia delle relazioni etniche presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Palermo. Si occupa di società meridionale e cultura civica, immigrazione e politiche urbane.


Emanuele Sgroi , Prefazione
Introduzione
Pianificare, ovvero decidere
(Luogo e utopia; Bisogno di piani. Passando per il centro storico; Il tempo delle scelte)
La cortina di carte
(La piovra burocratica; Il tam tam intermittente)
Avanti piano
(Quale organizzazione?; In principio era l'idea di piano (e di città); Obiettivo Palermo; Il piano alla prova dei suoi attori; Dalla città ideale alla "città normale"; Le formiche di un mondo possibile)
La logica selettiva delle osservazioni
(Il piano paradossale; La risposta latente del cittadino al piano; Chi osserva che cosa; Cultura civica e città)
Parlano gli attori del piano
(Appunti sul distacco scientifico; Forbici e colla nella cassetta degli attrezzi; Detti e contraddetti: una conclusione possibile)
Postfazione: dopo i piani, cosa?

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