Control of marriage and (im)mobility in Venice (16th-­17th centuries) in dialogue with Cultures of Vigilance

Titolo Rivista SOCIETÀ E STORIA
Autori/Curatori Teresa Bernardi
Anno di pubblicazione 2022 Fascicolo 2022/177 Lingua Inglese
Numero pagine 23 P. 546-568 Dimensione file 274 KB
DOI 10.3280/SS2022-177006
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This paper analyses the interactions between the control of marriage and human mobility in early modern Venice. It examines the role that ordinary people and local communities played in controlling migrants’ mobility and marital unions. In particular, it shows the ways in which the religious authorities attempted to collect information about mobile actors in order to prevent the crime of bigamy. The research focuses particularly on the intermediaries and the networks through which oral testimonies and certificates were conveyed, both locally and trans-locally. To do so, the author uses a specific archival source, the so-called processetti matrimoniali: namely, pre-matrimonial enquiries aimed at attesting the marital status of foreigners, widows and widowers, and other mobile actors (i.e., merchants, sailors, and pilgrims) who wanted to get married in Venice. It is in this regard that the Venetian urban context will be analysed as a case study for discussing the historical perspectives of two recent books: The History and Cultures of Vigilance. Historicizing the Role of Private Attention in Society, edited by A. Brendecke and P. Molino; and Riferire all’autorità. Denuncia e delazione tra Medioevo ed Età moderna, edited by M.G. Muzzarelli. Using the perspective of the "cultures of vigilance", instead of the surveillance approach, will help to counter the idea that the control of marriage was simply a top-down process, or a centralized disciplinary action. It will reveal that local and trans-local communities were important means of control, able to influence the effectiveness of administrative and government practices.

L’articolo analizza il rapporto fra controllo del matrimonio e mobilità nella Venezia della prima età moderna. Lo scopo è quello di porre l’attenzione sul ruolo degli attori sociali e delle comunità locali nell’ambito delle pratiche di identificazione personale legate all’istituto matrimoniale. In particolare, l’autrice mostra attraverso quali strumenti conoscitivi le autorità religiose raccoglievano informazioni sulle persone in movimento, al fine di prevenire il crimine di bigamia. Per far questo, l’autrice utilizza una fonte ancora poco studiata in ambito veneziano, i processetti matrimoniali: delle inchieste attraverso le quali si attestava che i futuri sposi, in genere donne e uomini migranti, oppure vedovi e vedove, non fossero già sposati altrove prima di contrarre un’unione in città. Attraverso l’analisi di alcuni case studies e alla luce di uno studio più ampio condotto nell’ambito del progetto "Processetti. Matrimonio e mobilità a Venezia (secoli 16th-18th)", il saggio fa dialogare una ricerca in corso con le prospettive metodologiche di due recenti pubblicazioni: The History and Cultures of Vigilance. Historicizing the Role of Private Attention in Society a cura di A. Brendecke e P. Molino, e Riferire all’autorità. Denuncia e delazione tra Medioevo ed Età moderna, a cura di M. G. Muzzarelli. In particolare, utilizza il concetto di "vigilanza orizzontale" a discapito del più tradizionale concetto di disciplinamento, sottolineando l’importanza degli intermediari e delle reti sociali nella costruzione e trasmissione del sapere locale.

Keywords:mobilità, matrimonio, comunicazione, vigilanza, identificazione, vedovanza.

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Teresa Bernardi, Control of marriage and (im)mobility in Venice (16th-­17th centuries) in dialogue with Cultures of Vigilance in "SOCIETÀ E STORIA " 177/2022, pp 546-568, DOI: 10.3280/SS2022-177006