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Alle origini del welfare state

William Beveridge

Alle origini del welfare state

Il Rapporto su Assicurazioni sociali e servizi assistenziali

Il terzo volume della prestigiosa collana in collaborazione col polo universitario milanese della Bicocca, che ha l’obiettivo di riportare all’attenzione pubblica testi classici che nell’ultimo secolo hanno fornito un contributo miliare alla nostra cultura, ripropone il Rapporto Beveridge (1942), un testo che colpisce ancora oggi per la lucidità dell’analisi dei bisogni ai quali un sistema di welfare deve rispondere e per la chiarezza della proposta politica.

Edizione a stampa

24,00

Pagine: 176

ISBN: 9788856824957

Edizione: 1a edizione 2010

Codice editore: 211.3

Disponibilità: Fuori catalogo

Il 20 novembre 1942 William Beveridge, a seguito dei lavori della commissione di studio sul sistema di protezione sociale che era stato chiamato a presiedere dal governo di W. Churchill, presentava il rapporto Social Insurance and Allied Services. Si tratta del primo e più sistematico sforzo intellettuale di immaginare le politiche di welfare come un insieme coerente e integrato compatibile con un'economia di mercato. Il testo, che influenzerà l'approccio alla protezione sociale nel Regno Unito e nel resto d'Europa, darà inizio alla storia contemporanea del welfare state.
Il Rapporto Beveridge, di cui qui si ripropone la sintesi in lingua italiana curata dallo stesso governo britannico nel 1943, colpisce ancora oggi per la lucidità dell'analisi e per la chiarezza della proposta politica. Individuati i cinque grandi mali dell'umanità (miseria, malattia, ignoranza, squallore, ozio) Beveridge prospetta, per combatterli, un sistema fondato sulla corrispondenza tra il dovere di contribuzione e il diritto alle prestazioni, facendo irrompere nel dibattito politico e accademico l'idea che tutti i cittadini siano titolari di un diritto a un livello minino di sussistenza che deve essere garantito dallo Stato. Alla ricerca di un difficile compromesso tra le virtù dell'individualismo liberale e l'esigenza di proteggere gli individui dalle conseguenze negative dell'economia di mercato, egli propone una impostazione universalistica e assicurativa del sistema di welfare.
La lezione di Beveridge è ancora oggi indispensabile per affrontare le sfide delle riforme rese necessarie dai profondi mutamenti sociali ed economici in atto in tutti i paesi europei.

Sir William Beveridge (1879-1963) è comunemente considerato l'intellettuale che maggiormente ha influenzato lo sviluppo dei sistemi di welfare dopo la seconda guerra mondiale. Nato in India, formatosi al Balliol College di Oxford, comincia la sua carriera di intellettuale e riformatore a Toynbee Hall, una sorta di università popolare, per poi dedicarsi al giornalismo economico. Direttore della London School of Economics dal 1919 al 1937, viene chiamato a più riprese a collaborare con il governo sui temi della protezione sociale. Nominato baronetto nel 1946, diviene leader dei liberali alla House of Lords dove parteciperà, spesso con spirito critico, alle discussioni sulle leggi istitutive del welfare britannico.



David Benassi, William Beveridge e il Piano del 1942: alle origini del welfare state
Sir William Beveridge, Il Piano Beveridge
Assicurazioni sociali e servizi assistenziali affini
Introduzione e sommario
Le principali modifiche che vengono proposte e la loro ragione di essere
Tre problemi speciali
Bilancio Preventivo della Protezione Sociale
Piano di Protezione Sociale
Protezione Sociale e Politica Sociale
Appendici
Saggi a commento
Ugo Ascoli, Il Piano Beveridge: modernità e attualità dell'impianto
Enzo Mingione, Il Piano Beveridge e il nuovo welfare.

Contributi: Ugo Ascoli, David Benassi, Enzo Mingione

Collana: Chimere

Argomenti: Politiche e servizi sociali - Sociologia economica, del lavoro e delle organizzazioni

Livello: Classici

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