La ricerca genealogica interroga la Società, ridotta a nome che non rinvia più a niente. Le semantiche, tradizionali e opposte, della natura e della cultura divengono insufficienti a investigare una complessità acentrica; le filiazioni sono frammentate, e la dispersione dei saperi è una dimensione ormai stabilizzata.

Questa nuova realtà induce a un ripensamento critico teso a interrompere una linea incrinandone la coerenza assiometrica, come riflesso di una differente determinazione delle cose.

La tensione ad oltrepassare il dato, attraverso lo strumento della genealogia e dell'interruzione, perviene alla definizione di una esperienza che si afferma in una modalità tipologica data dall'unità di rapporto corpo-terra.

E questa costante, nelle sue variabili combinazioni infinite, a farsi condizione non solo per diversa lettura della società, sottratta ai segni che ipotecano pesantemente il suo presente ed il suo futuro, ma anche per un diverso montaggio degli ingranaggi teorici volti a innovare il filo spezzato della teoria critica.

Franco Riccio è docente di storia della filosofia moderna e contemporanea presso la Facoltà di magistero dell'Università di Palermo. Tra le sue pubblicazioni: "La classicità greca e la condanna dell'uomo" (Palermo, 1972), "Le due logiche in J.J. Rousseau", (Palermo, 1976), "La filosofia oggi come bisogno di nuova razionalità" (Milano, 1980), "La ragione condizionale" (Milano, 1983). In questa stessa collana ha curato, insieme ad A. Caruso e S. Vaccaro, "Il capitalismo regolato statualmente" (1984)