I bambini di una volta, come quelli di oggi, sono soggetti sfuggenti per chi vuole ricostruire alcuni tratti dei fenomeni sociali e dei processi culturali. Ieri come oggi l'infanzia è per gli adulti il mondo dell'altro che siamo stati e, ad tempo stesso, una realtà contingente di cui ci si occupa come genitori, come educatori, come maestri. Studiare i bambini di ieri è ancora più complicato che occuparsi di quelli di oggi perché le fonti che abbiamo a disposizione, prevalentemente legate alla cultura dotta, sono di mano adulta e veicolano un pensiero sull'infanzia più che non espressioni di una cultura dell'infanzia. Il libro ripercorre, attraverso i secoli, problemi e oggetti privilegiati di coloro che cercano residui e tracce della mano e della voce bambina ma anche di quelle strategie pedagogiche e di quelle pratiche formative sovente latenti e spesso irriflesse, che hanno lasciato un segno profondo nella vita di grandi e piccini oltre che di quei progetti formativi colti, dotti e intenzionali intrinsecamente connessi agli atteggiamenti culturali, al sentimento dell'infanzia e ad aspetti cruciali del loro mutamento.
Pensato come omaggio ad Egle Becchi, che si occupa con fermo proposito di quella storia dell'infanzia cui ha saputo indirizzare il gusto di tanti di noi, il libro propone riflessioni ed ottiche inedite sull'universo culturale dei bambini del passato.

Monica Ferrari insegna Pedagogia generale all'Università di Pavia. Si occupa di pratiche pedagogiche latenti, di patterns, di strategie e di costumi educativi tra passato e presente oltre che di valutazione della qualità dei contesti formativi. Tra le sue pubblicazioni: La paideia del sovrano (1996), Per non manchare in tuto del debito mio (2000). Con A. Bondioli ha curato il Manuale di valutazione del contesto educativo (2000), Verso un modello di valutazione formativa (2004).