Il secolo di carta.

Sabrina Minuzzi

Il secolo di carta.

Antonio Bosio artigiano di testi e immagini nella Venezia del Seicento

Il solo documento noto sul conto di Antonio Bosio era il corposo inventario della bottega di libraio, redatto all’indomani della morte avvenuta nel 1694. Da quell’elenco di libri, fogli, oggetti, ha preso avvio la ricostruzione del debole filo biografico e dell’attività professionale di un incisore, tipografo, libraio e mercante di stampe attivo negli anni in cui il ridimensionamento economico della città lagunare era da tempo compiuto.

Edizione a stampa

32,50

Pagine: 272

ISBN: 9788856810677

Edizione: 1a edizione 2009

Codice editore: 1615.48

Disponibilità: Esaurito

Il solo documento noto sul conto di Antonio Bosio era il corposo inventario della bottega di libraio, redatto all'indomani della morte avvenuta nel 1694. Da quell'elenco di libri, fogli, oggetti, ha preso avvio la ricostruzione del debole filo biografico e dell'attività professionale di un incisore, tipografo, libraio e mercante di stampe attivo negli anni in cui il ridimensionamento economico della città lagunare era da tempo compiuto.
La poliedrica attività di Bosio ha consentito di illuminare un microcosmo di industriosi artigiani che affrontarono la difficile congiuntura sperimentando le più varie combinazioni di testi e immagini, in un secolo in cui la carta si impose in un ventaglio sempre più ampio di usi quotidiani. Sostituì le pesanti tele nell'addobbo della città durante i rituali civici e si accinse ad accompagnare con regolarità quelli privati, moltiplicò i racconti verbali e iconografici dei persistenti teatri di guerra riuscendo a soddisfare a buon mercato esigenze informative progressivamente più insistenti.
Generi editoriali vecchi e nuovi, nei quali Bosio si cimentò ora come tipografo e ora come incisore, fanno capolino dagli scaffali della sua bottega, accanto a stampe destinate a decorare pareti, mobili, suppellettili, oggetti, e sepolti fra una miriade di santi, santini, orazioni devote dalle destinazioni talora insospettabili. Carte talvolta del tutto scomparse, che hanno contribuito a forgiare le coscienze di un'epoca.

Sabrina Minuzzi ha collaborato a Le edizioni veneziane del Seicento. Censimento, Milano 2003-2006, e ha curato B. Gamba, Un "conflitto letterario, prudentemente sorvegliato". Scritti di un censore della Venezia austriaca (1815-1824), Venezia 2006. Sta svolgendo presso l'Università degli Studi di Verona un dottorato di ricerca su figure della medicina nella Venezia del Sei e Settecento, con particolare attenzione alla correlata produzione editoriale.



Avvertenza
Antonio Bosio, Una confusa medietas
Il contesto
(Il fulgore della Venezia seicentesca; La città e i suoi rituali. Verso un alleggerimento di forme e contenuti; I volti dell'effimero: il nuovo ruolo della carta stampata; Testi e immagini dal fronte: modi di produzione e reti di vendita; Altri libri di guerra. Immagini migrati; L'effimero, la propaganda e padre Vincenzo Coronelli; Il teatro: "non sono ancora comparsi li comici, onde si vive in un continuo oblio"; "Gran numero di melodrami, come tanti farfalloni volarono per l'aria". Un nuovo genere editoriale; Altri libri, altre incisioni. Prassi editoriali tra arte e artigiano)
Dinastie.minori Ricostruzioni genealogiche
("Z. Battista Scalvinoni dai santi"; "Antonio Bosio quondam Francesco"; Epiloghi: "cappi maestri che non esercitano la professione"; L'albero di Antonia)
L'inventario Bosio: libri, stampe, oggetti
(Antefatto: il negozio di Giovanni Battista Scalvinoni; L'interno della bottega Bosio tra bibliologia e storia dell'editoria; I libri; Le stampe; Gli oggetti; L'incisione veneziana del Seicento tra collezionismo e quotidianità)
Pietas, crisi della coscienza europea e "crisi" editoriale
(Antonio Bosio: il tipografico che non c'era? Un bilancio; Pietas e crisi della coscienza europea attraverso l'inventario Bosio; Uomini tra le arti. Evoluzioni corporative nel secolo di carta)
Indice analitico.

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