Misurare crani e rielaborare statistiche sul suicidio, fondare e dirigere per dieci anni una "Rivista di filosofia scientifica", innovare manicomi e presiedervi, formare generazioni di psichiatri, scrivere su spiritismo e sessualità, igiene pubblica e psicoanalisi. Tutto ciò capitava di fare, per lunghi decenni tra '800 e '900, a un medico di formazione. Come molti medici suoi contemporanei, e non solo italiani, Enrico Morselli (1852-1929) fu incline a moltiplicare interessi ed esperienze, ad ampliare un raggio sociale di azione, noncurante di confini accademici e di barriere professionali.

Ricostruire l'immagine complessiva di un personaggio che continuamente si incontra, affrontando la cultura del periodo, suggerisce su quest'ultima nuove prospettive d'interpretazione. Volendo formalizzare una scienza dell'uomo, il XIX secolo si sforzò anzitutto di trasformarlo in oggetto di analisi obiettiva e sperimentale: a questo scopo dovevano servire la misurazione antropologica, nonché i metodi statistici e quantitativi. I quali, tuttavia, lungi dallo scongiurare le diversità dell'individuale, vennero mostrandone l'irriducibile presenza.

Patrizia Guarnieri, nata a Firenze nel 1954, si occupa di storia della cultura filosofica e scientifica italiana e anglo-americana fra XIX e XX secolo. Tra le sue pubblicazioni: La Rivista filosofica (1899-1908). Conoscenza e valori nel neokantismo italiano, Firenze, La Nuova Italia, 1981 e Introduzione a James, Bari, Laterza, 1985.