Il trapasso di secolo - tra il 1999 e il 2001 - segna un paradosso. Da una parte trovano compimento misure di grande rilievo nel processo di integrazione europea, dall'altra parte si alzano critiche, disagi e inquietudini proprio nei paesi contraenti che hanno per anni perseguito quei progetti di integrazione.

L'Europa affronta il nuovo millennio più forte e più debole, più integrata ma anche più alla ricerca di identità. E questo tema dell'identità sta alla radice di alcune delle inquietudini che si manifestano in rapporto con le identità nazionali e le identità territoriali.

Rivista italiana di comunicazione pubblica ha dedicato a questo scenario una costante attenzione, con contributi qualificati per lo più orientati a cogliere gli aspetti di rappresentazione del problema e quindi di comunicazione prevalentemente istituzionale. Un tema portante della materia che la Rivista - unica nel suo genere in Europa - affronta.

Ai contributi già pubblicati se ne aggiungono altri del tutto inediti, tra cui l'introduzione di Giuliano Amato, presidente del Consiglio dei Ministri del Governo italiano. I contributi sono stati raccolti in questo volume e sistematizzati attorno ad alcuni temi di fondo:

- i paradigmi del rapporto tra Italia ed Europa e tra identità e comunicazione;

- i caratteri che individuano storicamente le identità intese come appartenenze territoriali e culturali;

- la nuova percezione del problema nel quadro di alcuni evidenti cambiamenti di scenario;

- lo specifico della questione regionale e territoriale;

- le riflessioni degli europei (con sette contributi nazionali diversi) con attenzione al rapporto tra nazioni, integrazione europea e processi di globalizzazione.

Nella consapevolezza della grande vastità di un tema inevitabilmente non esauribile, si sono voluti proporre questi materiali per sottolineare il rilievo che la comunicazione tra istituzioni e società sta assumendo nel ridefinire antichi argomenti. E come potenziale strumento che richiede, nei presìdi istituzionali, alta professionalità, in raccordo con il mondo dei media, della cultura e della ricerca. Perché nella tenaglia degli stereotipi e delle paure l'Europa della ragione percorre oggi una via stretta. Ma ancora spiegabile con interesse ai propri cittadini.