Poeta di vena fecondissima, frequentatore assiduo di ogni genere letterario, sperimentatore infaticabile di nuove forme metriche, Gabriello Chiabrera è stato non a torto considerato l'esponente di un modo di fare poesia sostanzialmente opposto d quello di G. B. Marino: come questi avrebbe privilegiato il momento dell'inventio, così il Savonese avrebbe dato il meglio del proprio ingegno nella fase dell'elocutio.

Questo saggio si propone appunto di verificare, per via d'analisi, la fondatezza di tale asserzione, applicando per la prima volta nello studio della poesia chiabreresca strumenti d'indagine mutuati dalla semiotica e dalla neoretorica. Anche attraverso questo inedito approccio si è potuto in effetti constatare che tutte e quattro le strutture poetiche specificamente prese in esame - Canzoni, Canzonette, Poemi epici e Sermoni -, pur nelle diversissime forme di letterarietà in cui sono coinvolte, riescono unitariamente ad attingere validità estetica solo sul piano dello stile.

Pier Luigi Cerisola, nato a Vado Ligure (Savona), nel 1933, è ricercatore presso l'università Cattolica del S. Cuore di Milano. Si occupa in prevalenza di metodologie critiche contemporanee e di teoria della letteratura. Ha scritto saggi su Dante, Boccaccio, Ariosto, Manzoni, Pascoli, Buzzati, Bachtin. Ha pubblicato i seguenti volumi: Il canto X dell'Infemo nella storia della critica (1977), La critica semiotico-strutturalistica (1980), Trattato di retorica e di semiotica letteraria (1983). Ha curato: G. Pascoli, Saggi di critica e di estetica (1980). E' caporedattore della rivista «Testo».