La politica agraria del nazionalsocialismo.

Gustavo Corni

La politica agraria del nazionalsocialismo.

1930-1939

Edizione a stampa

51,50

Pagine: 356

ISBN: 9788820435165

Edizione: 1a edizione 1989

Codice editore: 1573.132

Disponibilità: Fuori catalogo

Nella sterminata storiografia sul nazismo e sul Terzo Reich il mondo rurale, che pur comprendeva oltre un quarto della popolazione ed aveva una notevole importanza politica ed economica, è stato finora ampiamente trascurato. Questo lavoro, giudicato da Tim Mason «il più equilibrato ed esauriente tra gli studi oggi disponibili, in tutte le lingue, sulla politica agraria del nazismo e l'agricoltura tedesca», esamina quale politica il regime hitleriano mise in atto nei confronti dei contadini, dei grandi proprietari terrieri e dei salariati.

La politica agraria del Terzo Reich venne impostata su di un'articolata ideologia, che esaltava i contadini come il ceto sociale razzialmente più puro. Di fatto, però, essa si rivela come un fattore di importanza secondaria agli occhi della dirigenza nazionalsocialista. Ciononostante, il peso elettorale della popolazione rurale nella fase ascendente del nazionalsocialismo e la necessità di mantenere il consenso sociale indussero H regime a fare molte concessioni, abilmente propagandate più che reali: redditi sicuri e stabili, gratificazioni ideologiche, uno sterminato apparato corporativo. Fra queste apparenze e la realtà di una politica economica finalizzata soprattutto a privilegiare l'industria, si innescarono profonde tensioni, che il libro esamina nel dettaglio.

D'altro canto, per risolvere il grave problema della carenza di prodotti alimentari il regime disponeva di un ampio mercato, rappresentato dai paesi danubiani e balcanici, che furono oggetto di una politica commerciale molto attenta e pressante Ciò consentì di non opprimere eccessivamente la popolazione rurale, già danneggiata dalla fuga di manodopera e dal crescente squilibrio favorevole all'industria. La guerra, aprendo alle mire espansionistiche del nazionalsocialismo tutto il continente, modificò profondamente la situazione. Al suo termine, però, i contadini erano divenuti un'entità assolutamente modesta all'interno della società tedesca.

Gustavo Corni, (Modena 1952), è professore associato di Storia moderna e. contemporanea presso la Facoltà di Lingue dell'Università di Chieti-Pescara. Ha pubblicato, fra l'altro, il volume Stato assoluto e società agraria in Prussia nell'età di Federico II, Bologna 1982, e numerosi saggi sulla storia sociale tedesca in età contemporanea, sulle teorie del fascismo e sulla storiografia in area tedesca.

Prefazione, di Tim Mason
Introduzione
1 La crisi strutturale dell'agricoltura dal primo dopoguerra
2 Nazionalsocialismo e protesta contadina prima dell'evento al potere
3 Intermezzo: Alfred Hugenberg «dittatore dell'economia»
4 Il Reichsnahrstand nel sistema di potere nazionalsocialista
5 La pianificazione del mercato
6 Colonizzazione interna o mantenimento delle grandi aziende orientali
7 La legge sull'Erbhof: il mito della centralità contadina
8 La battaglia per la produzione
9 L'espansione dello spazio vitale; il mito dei «Balcani»
10. Fuga della popolazione rurale e carenza di manodopera agricola
11 Piano quadriennale e fallimento dell'«Utopia contadina»
Conclusione: un confronto con la politica agraria del fascismo italiano
Elenco delle abbreviazioni
Elenco delle fonti archivistiche


Contributi: Tim Mason

Collana: Storia/studi e ricerche

Argomenti: Storia economica - Storia dei sindacati, e del movimento operaio e cooperativo

Livello: Studi, ricerche

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