La psicoanalisi e Hitchcock

Salvatore Cesario

La psicoanalisi e Hitchcock

Che cosa la psicoanalisi può imparare da Hitchcock

Edizione a stampa

29,50

Pagine: 272

ISBN: 9788820494278

Edizione: 1a edizione 1996

Codice editore: 1240.127

Disponibilità: Esaurito

Invece di mettere Hitchcock sul lettino per psicoanalizzarlo il testo interroga la sua opera per capire quale lezione la psicoanalisi possa trarne. La lezione appare evidentemente relativa al tema dell'efficacia.

Non a caso la psicoanalisi privilegiata da Hitchcock è la protopsicoanalisi, quella ipnotico-catartica, quella che produceva un risultato, forse non duraturo, ma immediato. Non è il caso di studiare le modalità della produzione del risultato, anche prescindendo dal problema della sua durata?

È' la scelta di Giampaolo Lai che ha deciso di verificare l'efficacia della psicoterapia a livello delle microsequenze interne ad una sola seduta. In realtà quello di Salvatore Cesareo è insieme un lavoro critico su Hitchcock ed una messa alla prova delle tesi laiane: la già segnalata relativa alla verifica dei risultati a tambur battente; quella della "tecnica sganciata dalla teoria": Hitchcock è universalmente noto e celebrato come il tecnico per eccellenza; quella della "conversazione" come sempre "ordinaria": Cesario lavora la conversazione hitchcockiana, straordinaria a livello artistico, come ordinaria a livello linguistico al pari di quella psicoterapica e psicoanalitica.

La grande importanza tributata all'ipnosi - ridefinita come "ipnosi della vita quotidiana", cioè: insieme di flussi e contro-influssi di cui è tessuto l'interscambio conversazionale di ogni giorno - sembra contrastante con la scelta laiana di privilegiare le mosse tecniche intenzionali, proprio perché di esse sono più facilmente verificabili i risultati; ma finisce col sovrapporsi al personaggio "'cosmologico" laiano della "passione" che solo un'altra e più forte passione può vincere.

Salvatore Cesario insegna Psicologia Dinamica presso il Corso di Laurea di Psicologia dell'Università di Firenze. Tra le sue pubblicazioni, sui temi della sanità: Un quartiere sperimenta, Guaraldi, 1978 (di cui è stato curatore), Uno psicologo nella scuola e nel quartiere. Un'esperienza di socializzazione della funzione dello psicologo, UNIEDIT, 1980, Problemi nella psicologia e nella psicoterapia, Alfani, 1988; sulla letteratura ed altro: Simbolizzazione come costruzione. Intervento sulla Recherche, Vallecchi, 1981, Irrealtà della vita, Intersezioni, 1982. Ha fondato il Laboratorio di Tecniche Conversazionali dell'U.S.L. 4 (Area Pratese), di cui adesso è corresponsabile, come rappresentante dell'Università di Firenze; il Laboratorio è gemellato con la rivista Tecniche, organo dell'Accademia delle Tecniche Conversazionali diretta, a Milano, da Giampaolo Lai.



1. La tecnica e Hitchcock
1. All'inizio era il suspense. Le Cinéma selon Hitchcock (Truffaut, 1967)
a. Psicoanalisi e suspense. Psicoanalisi come suspense
b. Verosimiglianza e assurdo: il Mac Guffin
2. Due pezzi + due non facili sull'ipnosi
a. L'ipnosi nella psicoanalisi (Borch-Jacobsen, 1985-87)
b. L'avvoltoio sul divano di Freud (Sossi, 1991)
2. II marchingegno catartico-ipnotico - la proto-psicoanalisi - come arsenale di tecniche
1. L'ipnosi nel cinema prima di Hitchcock
2. Hitchcock e l'ipnosi della vita quotidiana
3. Esempi di uso dell'ipnosi e d'altro in Hitchcock
a. La guerra: continuazione dell'ipnosi colle armi. Lifeboat (1943)
b. La conduzione della guerra fredda coll'ipnosi. Torn Curtain (1966)
c. Critica della logica delirante del lapsus. The Wrong Man (1957)
d. La sovrammissione dei settings. Murder! (1930)
4. Il grande successo di pubblico. Psycho (1960)
3. Psicogenesi ed utilizzazione della trance
1. «ll primo film di psicoanalisi» e il primo film contro la psicoanalisi. Spellbound (1944)
2. Hitchcock: induttore che induce ad uscire dalla trance. Strangers on a Train (1951)
4. L'ipnologia hitchcockiana periodizzata da Douchet (1981). Family Plot (1975)
1. Hitchcock alle prese con lo spiritismo
2. Hitchcock indotto a indurre: lo spettatore - dallo spettatore -. Douchet
3. Hitchcock alle prese col training autogeno
4. Legrand, Abbruzzese, Fink (1981), Taylor (1978), Deleuze (1983): interventi convalidanti e invalidanti la tesi di Douchet
a. Hitchcock si fa indurre in tentazione
b. Taylor: influenzamento diretto, indiretto e reciproco
c. Abbruzzese: anche se Hitchcock iperinforma lo spettatore, solo lui «sa» veramente. Ma è proprio vero? (Fink e Brunetta)
d. Deleuze: l'ingresso dello spettatore nel film e la trasformazione dell'attore in spettatore
5. La firma di Hitchcock su Family Plot
5. Come tu mi vuoi?
1. Un punto estremamente debole nella storia... A proposito di Rebecca (1940)
2. Lo scheletro della storia - di Rebecca - e quello del problema di Rebecca, Vertigo, ecc....:l'essere da sempre e come? - è riempito dagli e degli altri?
3. «Volere bene a me, a me come sono?». Vertigo (1958)
4. «Comunque tu sia, io ti amo!» Marnie (1964)
6. L'influsso (reciproco) caposcuola-discepoli (Chabrol e Rohmer)
1. Chabrol
a. Il piano tematico (e non solo)
b. Il piano scenografico (e non solo)
2. Rohmer
a. Rohmer o le trucage originaire
b. Riprese scenografiche (e non solo)
3. Un tentativo di analisi grammaticale (del comportamento non-verbale): La Femme de l'Aviateur
4. Caposcuola-discepoli, ipnosi reciproca? La femme infidèle e Frenzy o Frenzy e La femme infidèle
7. La critica
1. I temi reinterpretati come mezzi. La confessione produce: capovolgimento; il transfert: imprevisto; entrambi contribuiscono al suspense (+ qualcosa sulla fascinazione)
a. Rohmer-Chabrol (1957)
b. Cahiers du Cinéma, n. 39 (1954)
2. Non sparate sul filmista. Quelle due che pensavano di saperla troppo lunga. (Argentieri-Sapori, I988)
3. L'"analisi" dei film sulla base della "microsequenza". (Bellour, 1967-8 1 )
4. Che succede a chi torna sul luogo del delitto venticinque anni dopo. (Wood, 1965-1990)
5. Audience maschile e femminile. (Modleski, 1988)
8. Nascita e sviluppo della ricerca su Hitchcock

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