"I consigli sono una parte inseparabile della storia presente, dell'immaginario e del materiale degli ultimi quindi anni, e sono insieme un pezzo della storia di sempre, dall'aspirazione del lavoratore a governare esso, senza subire leggi o arbitri esterni, il suo patrimonio essenziale, il tempo, o meglio i tempi della sua vita, a partire dal lavoro. Del resto questa bivalenza, questa ambiguità, è solo una (anche se forse la principale) delle bivalenze e ambiguità che i consigli dividono con tutta la storia del movimento operaio e di cui il materiale qui raccolto offre larga testimonianza" (dall'Introduzione di Vittorio Foa).
L'idea della ricerca, di cui qui si espongono i risultati, è nata nella seconda metà del 1982, da un dibattito tra i ricercatori dell'Ires-Cgil Piemonte e i dirigenti nazionali della Cgil stessa.
Il lavoro di rilevazione ha avuto luogo nella prima metà del 1983, ed entro l'anno ne è stata compiuta una prima elaborazione. Le rielaborazioni presentate in questo libro seguono sostanzialmente le linee di quei primi "rapporti di ricerca": sarebbe infatti stato artificioso rivedere i risultati della ricerca alla luce del "senno di poi", maturatosi nella fase nuova che - per i delegati e per il sindacato - si è aperta in modo più esplicito e lacerante col febbraio 1984. Si tratta quindi di una ricerca e di una elaborazione "datate", ma non per questo necessariamente inutili o superate: starà al lettore giudicare.
Il libro si articola in quattro parti. Nella prima si espongono, in estrema sintesi, i risultati ricavati dal questionario relativo al funzionamento e all'attività di ciascun cdf nel suo complesso, compilato sulla base di un'intervista a uno o più delegati sufficientemente impegnati e rappresentativi del cdf stesso.
Nella seconda parte si espongono i risultati del questionario somministrato ai singoli delegati degli stessi cdf.
La terza parte si è basata su una cinquantina di interviste in profondità con delegati torinesi.
Infine, l'ultima parte del libro, che prende lo spunto da un confronto tra delegati modenesi e piemontesi, nasce non solo dall'interesse della comparazione tra situazioni diverse, ma dal fatto che una parte della ricerca torinese è stata esplicitamente impostata a partire dai risultati della precedente ricerca modenese, e in modo da consentire un confronto con essi.