Performance glitch

Massimo Tantardini

Performance glitch

Oltre l’azione nell'arte, nelle rappresentazioni e nella comunicazione visuale

Artisti, uomini di scena, professionisti, lavoratori, persone in generale, ma anche discipline, automatismi, elettrodomestici, numeri, sono valutati alla luce della capacità performativa con la quale si “muovono” all’interno del proprio habitat. Il volume si propone di studiare l’idea di performance quale una delle nozioni più articolate, indefinite e complesse alla base della contemporaneità, dove la “capacità performativa” oltre che degli artisti è divenuta tipica anche delle tecnologie, delle pratiche comunicative e degli oggetti.

Edizione a stampa

33,00

Pagine: 244

ISBN: 9788835135098

Edizione: 1a edizione 2023

Codice editore: 244.1.92

Disponibilità: Discreta

Pagine: 244

ISBN: 9788835151128

Edizione:1a edizione 2023

Codice editore: 244.1.92

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Glitch è una sorta di "errore di visualizzazione", causato da un medium; è l'impossibilità di mettere a fuoco completamente un'esperienza di visione se questa non si sintonizza del tutto con lo sguardo. Quando è il corpo a rappresentare quel canale-medium, la questione diventa un affaire, un clash, un crash. La polisemia del vocabolo performance prende forma in uno scenario tipicamente attuale, dove la valutazione del rendimento delle azioni umane corrisponde alle prestazioni con le quali svolgiamo un determinato compito, a come "performiamo".
L'autore si propone di studiare l'idea di performance quale una delle nozioni più articolate, indefinite e complesse alla base della contemporaneità, dove la "capacità performativa" oltre che degli artisti è divenuta tipica anche delle tecnologie, delle pratiche comunicative e degli oggetti.
Artisti, uomini di scena, professionisti, lavoratori, persone in generale, ma anche discipline, automatismi, elettrodomestici, numeri, sono valutati alla luce della capacità performativa con la quale si "muovono" all'interno del proprio habitat. Non esiste, quindi, un reale risultato finale da perseguire, poiché, dopo averlo raggiunto, il risultato stesso si rinnova, aumenta la complessità e si richiede una nuova performance più articolata della precedente. Ecco che il corpo diventa una sorta di mimesis della visione.

Massimo Tantardini
è responsabile del Dipartimento di Arti visive e coordinatore di Scuola del corso di Diploma accademico di I livello (laurea triennale) e II livello (Biennio specialistico) in Grafica e Comunicazione, presso l'Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia, dove insegna Fenomenologia dell'immagine, Editoria e redazione, Linguaggi del contemporaneo e il modulo di Cultura visuale nella cattedra di Graphic design. È direttore della rivista IO01_Umanesimo Tecnologico. Ha fondato, editato e diretto la rivista internazionale di cultura contemporanea Inside. Ha curato l'edizione di cataloghi, happening e mostre soprattutto nell'ambito delle arti visive.

Carlo Susa, Quando la performance non c'era. Breve nota autobiografica su un fenomeno problematico
Paolo Sacchini, Performance e visività
Marco Sorelli, L'evento aziendale come performance
Introduzione
Affaire performance. Il problema culturale del concetto di performance nelle rappresentazioni, nell'arte e nella cultura visuale
(Appunti sul corretto campo di indagine e di studio; Utilizzo quotidiano e corrente del vocabolo performance; Alcuni vocaboli derivati: performer, performing, performing art, performative; Che cosa significa il sostantivo performance, nei dizionari d'uso comune e nei motori di ricerca?; Un'idea di performance nella lingua italiana; La sintesi dell'indeterminatezza. La 'cittadinanza' della parola performance; Teorici e teorie. Alla ricerca della possibilità di rimettere in ordine; Che cos'è l'antropologia della performance? Un approfondimento nel rito di Victor Turner; Compiere un'azione globale. Il movimento dei Performance Studies; Il Novecento e oltre. "Fra l'attore e il performer (e ritorno?)"; Alla ricerca di un 'performático discorsivo'. Un riordino delle arti dinamiche; Pensare, ripensare o (de)pensare la performance? Una breve incursione nelle riflessioni di Freddie Rokem, tra filosofi e uomini di scena)
Performance clash. Lo scontro di prestazioni. Una 'storia' della performance. Il medium fra teatro, arte visiva e comunicazione, all'origine della società dello spettacolo nel secolo delle avanguardie (e oltre)
(Alcune considerazioni sui confini storici della contemporaneità; Alla ricerca delle origini di una sorta di spazio extratemporale. Haussmann e il "Piano di Parigi" (1850-1870); Industria dello spettacolo e divertissement: il teatro e l'arte 'visiva' in Francia nella seconda metà dell'Ottocento; Ad un passo dal Novecento (e oltre). E se la vita fosse (come) una 'performance d'arte'? Un brevissimo cenno a Gabriele D'Annunzio; Il passaggio della cultura delle arti dal XIX al XX secolo. Il movimento simbolista, Alfred Jarry, il modello ispiratore delle avanguardie storiche; Prove generali del passaggio ad una nuova 'identità d'artista' oltre i linguaggi dello spettacolo e del figurativo; Il luogo dell'intrattenimento alla 'meno uno', l'anticamera delle avanguardie europee: varietà e cabaret; Nel movimento futurista, tutto è futurismo; 'Sogno e rivoluzione'. Il Futurismo in Russia; "Il gesto è tutto?" - "Dada (da) [...]"; "Cogito 'ego' sum". Dada 2.0? No, il Surrealismo; La presenza dell'assenza nel pensiero. Il doppio del teatro di Antonin Artaud; Il teatro politico nella Germania del primo dopoguerra; "Metà non è sinonimo di meta". Il momento di sintesi e dissimulazione (inconscia, ma non per tutti) degli anni Cinquanta del Novecento; La creatività diviene atteggiamento: l'esperienza del Black Mountain College; Il gesto per evidenziare la materia come metafora dello smarrimento dello spazio e del tempo. L'arte come perfetta strategia di comunicazione negli anni Cinquanta; La generazione Beat e il reading poetico; Pop Art invaders)
Performance crash. Crollo delle prestazioni? Oltre al gesto, una scena muta? Alla rincorsa di un'altra situazione e di un altro spazio fra: concetti, rivolta, evento, comunicazione, verso la fine del XX secolo
(Tendendo alla trasformazione. Il Living Theatre fra onestà intellettuale, la performance e lo svelare-nascondere; In teatro qualcuno la chiama proprio performance e il pubblico rivive esperienze dimenticate. La scena di Jerzy Grotowski; Alcune brevi considerazioni sulle 'priorità' delle Neoavanguardie artistiche dopo la Pop Art; Fluxus & Happenings. "Io Fluxo, Tu Fluxi, Egli (Ella) Fluxa. Vuoi Fluxare con me stanotte?"; Lo "psicologismo collettivo" dell'Azionismo Viennese; Body Art. 'Non parlare' o 'senza parole'? Un excursus con: Vito Acconci, Luigi Ontani, Leopoldo Fregoli, Gilbert & George, Arnulf Rainer, Urs Lüthi, Katharina Sieverding, Chris Burden, Gina Pane, Valie Export, Ana Mendieta, Carolee Schneemann, Eleanor Antin, Marina Abramovic, Ulay; Un salto di continuità: Carmelo Bene; Un breve cenno agli altri salti di continuità: Allan Kaprow, Pina Bausch, Gino De Dominicis)
Conclusioni
Bibliografia
Sitografia
Videografia.

Contributi: Paolo Sacchini, Marco Sorelli, Carlo Susa

Collana: La cultura della comunicazione

Argomenti: Design della comunicazione e arti visive - Teorie e pratiche della comunicazione e dei media - Arte, cultura e spettacolo

Livello: Studi, ricerche - Textbook, strumenti didattici

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