In questi ultimi anni si sta affermando un nuovo paradigma, sperimentale e interpretativo, nello studio dello sviluppo della comprensione sociale: la teoria infantile della mente.

La comprensione della mente, sia nelle altre persone che in se stessi, come sistema conoscitivo e rappresentazionale che guida le azioni, viene riconosciuta come una variabile centrale della intersoggettività.

Tale comprensione non può non fondarsi sul pensiero ricorsivo e metarappresentativo, quello che ci permette di rappresentarci le rappresentazioni. La comprensione infantile della mente si presenta come un luogo di interscambio per varie altre teorie, quali la comprensione delle emozioni, l'acquisizione degli scripts, il pensiero narrativo, dalle quali riceve ed alle quali fornisce, sul piano empirico e concettuale, stimolazioni e contributi esplicativi.

In una prospettiva ontogenetica, tuttavia, la comprensione della mente solleva non pochi problemi: a quale età, in seguito a quali processi, grazie a quali strutture o contenuti rappresentativi il pensiero del bambino diventa propriamente metarappresentativo e riesce a cogliere il fondamento soggettivo delle azioni degli altri?

La domanda può essere posta in forma anche più radicale ed epistemologicamente impegnativa: esiste un livello evolutivo in cui la mente del bambino non è in grado di cogliere la mente dell'altro oppure la mente umana (e forse anche quella dei primati) è programmata per metapensare il pensiero dell'altro? In quest'ultimo caso, a maggior ragione, occorre chiedersi, qual è la natura delle rappresentazioni su cui si fonda questa competenza primaria. Sono questi gli interrogativi di fondo sui quali sta lavorando buona parte della psicologia dello sviluppo.

II volume raccoglie alcuni dei primi contributi empirici e teorici di studiosi italiani che, se da una parte forniscono indicazioni sulle direzioni di ricerca più attuali, dall'altra ampliano i confini per certi versi troppo ristretti di buona parte della ricerca anglosassone, verso la valenza primariamente sociale del tema e verso la rappresentazione delle emozioni.

Piergiorgio Battistelli insegna attualmente psicologia presso il corso di laurea D.A.M.S. della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, dopo essersi formato ed avere insegnato per molti anni presso l'Università di Urbino. Si è occupato di svariati temi di psicologia dello sviluppo sociale: tra i suoi contributi più significativi possono essere ricordati i lavori sulle relazioni nonni-nipoti, sulla psicodinamica delle relazioni sociali e familiari e sullo sviluppo della rappresentazione della soggettività.