Nelle trasformazioni dell'habitat umano, la costruzione di opere e di infrastrutture per la produzione e il trasporto di energia ha storicamente generato modificazioni funzionali e morfologiche alle varie scale del progetto, nelle componenti naturali, edilizie e urbane. Le logiche e le regole insediative dello spazio antropizzato si sono manifestate quasi sempre in relazione a vincoli di natura energetica, a volte in armonia con l'avanzare delle innovazioni tecnologiche, in altri casi in contrapposizione al mutare della cultura tecnico-scientifica del tempo.
Nello scenario post Protocollo di Kyoto e Conferenza di Copenhagen, né l'esasperato sperimentalismo innovativo, né l'integralismo conservativo sembrano in grado di risolvere la complessità dell'attuale situazione energetica. Le trasformazioni ambientali, in vista delle mutate esigenze di approvvigionamento energetico, richiedono oggi una capacità di gestione progettuale delle risorse tecnologiche che appare particolarmente complessa e in cui è difficile avanzare posizioni risolutive nette e unilaterali. La questione energetica sembra far emergere piuttosto la necessità di un atteggiamento progettuale in grado di ragionare su un'idea di paesaggio fortemente connotato dalle tecnologie per la produzione e la trasformazione dell'energia, in cui instaurare un nuovo scenario di relazioni tra territorio, mercato, produttori e utenti finali. Un nuovo paesaggio energetico, costruito mediante l'uso adeguato e ragionevole delle tecnologie, nel panorama dei riferimenti e delle responsabilità del mercato globale, per garantire uno sviluppo organico e sostenibile dei sistemi insediativi locali.
In questa direzione, un gruppo interdisciplinare che opera da diversi anni presso l'Università degli Studi G. d'Annunzio di Chieti-Pescara ha avviato studi e ricerche sulle potenzialità progettuali che si prospettano nella costruzione di un paesaggio energetico futuro, alla luce del quadro problematico e vincolistico prodotto dalle nuove politiche di incentivazione dell'uso delle fonti rinnovabili e in vista del più ampio processo di riorganizzazione energetica del territorio, dell'architettura e dei sistemi economico-produttivi che si sta delineando nelle singole realtà locali e su scala mondiale.
Il libro riassume i risultati emersi nel corso di queste attività scientifiche congiunte, evidenziando i possibili scenari di innovazione tecnologico-progettuale nel settore della produzione energetica, con cui delineare risposte in grado di garantire la conservazione e la rigenerazione continua delle risorse ambientali, nel rispetto delle variabili naturali, socio-culturali ed estetico-percettive del paesaggio.

Filippo Angelucci (filangel@alice.it), architetto, dottore di ricerca in Progettazione ambientale, svolge attività di ricerca scientifica nel settore della tecnologia dell'architettura e della produzione edilizia presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, dove è anche responsabile della segreteria scientifico-didattica dei corsi di laurea in Tecniche del costruire e Tecnologia dei sistemi edilizi. Esperto di progettazione, pianificazione e gestione di spazi aperti e aree protette, docente a contratto in corsi di tecnologia presso la facoltà di Architettura di Pescara, insegna in corsi di formazione e di specializzazione nell'ambito di iniziative coordinate con enti, consorzi e altre istituzioni accreditate. È autore di numerosi studi e pubblicazioni sui temi dell'innovazione tecnologica e delle metodologie di approccio al progetto ambientale in ambito edilizio, urbano e territoriale.