Non vi è dubbio alcuno. Imparare a leggere è una delle attività più complesse che si richiedono all'allievo. Non stupisce quindi che forte sia il rilievo accordato ai cosiddetti "prerequisiti della lettura", considerati le fondamenta necessarie per il decollo verso il mondo della lettura.

Sorprende semmai come nella letteratura italiana questo aspetto non abbia prodotto quella risonanza scientifica che esso giustamente merita. Non mancano schede, esercizi ecc., ma non c'è un quadro teorico, sperimentalmente validato, da cui far dedurre gli interventi didattico-cognitivi.

Il pregio di Lettura prima è quello di aver collocato al centro dell'intervento un modello, elaborato da Kirk (colui che per primo usò il termine di "disabilità di apprendimento") e qui ampiamente rivisitato, e di aver ricavato da essi strategie potenti ed efficaci nell'insegnamento dei prerequisiti.

Accanto allo strumento (schede) usato per valutare il possesso dei prerequisiti cruciali all'apprendimento della lettura, sono qui riportati schede ed esercizi validi per garantirne l'apprendimento. Il tutto eseguito motivando l'insegnante a porsi domande del tipo "Perché mai discriminare una figura tra altre simili è più difficile rispetto alla situazione in cui le figure sono molto diverse l'una dall'altra?". La risposta, quella che potremo definire l'intelligenza del compito, viene fornita attingendo ai dati ed al ragionamento tipici della psicologia cognitiva.

Paolo Meazzini insegna Psicologia dell'apprendimento e della personalità presso la Facoltà di Scienze della Formazione (Università di Udine). È stato visiting professor ed ha tenuto conferenze presso numerose università europee ed americane. Direttore di Psicologia e Scuola , è citato nell'International Encyclopedia of Psychology ed è autore di circa 200 articoli e di 27 libri. Per i nostri tipi ricordiamo, nella stessa collana, La lettura negata ovvero la dislessia ed i suoi miti. Guida al trattamento degli errori e delle difficoltà di lettura in cattivi "lettori" (2002).