Quando il paesano rifiutò il pendìzio.

Gianfranco Galliani Cavenago

Quando il paesano rifiutò il pendìzio.

Il ruolo della cooperazione nella trasformazione del contado di Cuggiono (1860-1915)

Edizione a stampa

41,50

Pagine: 400

ISBN: 9788846412577

Edizione: 2a edizione 2003

Codice editore: 1573.242

Disponibilità: Discreta

Pendìzio era l'omaggio che il contadino lombardo doveva periodicamente assicurare al padrone, nelle forme di regalìe in natura e di prestazioni di lavoro gratuite e semigratuite. Un tempo offerto dal paesano quale segno di riconoscenza per la concessione della casa e dell'orto, il pendìzio divenne in seguito onoranza obbligatoria e quindi formalmente scritta nel contratto agrario.

La contestazione di questo tributo (percepito sempre più come vera e propria estorsione, tanto che la voce divenne, non a caso, sinonimo di peso e fastidio insopportabili), ripetutamente elevata dai paesani in rivolta, è assunta dall'autore come evento simbolicamente decisivo e gravido di conseguenze, in quanto non solo sancì la crisi di quel particolare rapporto mezzadrile vigente nelle campagne dell'alta Lombardia, ma segnò anche l'inizio della fine di un dominio signorile lungamente esercitato.

Con l'assenza e la lontananza dalla terra, la possidenza lombarda aveva d'altronde cessato da tempo d'adempiere alla propria funzione di guida morale sui contadini e, abdicando ai doveri "paterni" sanciti da una consolidata tradizione, dovette fatalmente passare lo scettro di un'egemonia lungamente detenuta, agli emergenti ceti borghesi, portatori dei nuovi interessi industriali e manifatturieri. La modernizzazione industriale, realizzata, come sottolinea l'autore, in stretta simbiosi con la trasformazione fondiaria, non produsse però fenomeni di pauperismo degradante: il radicamento e lo sviluppo dell'industria del contado favorirono, viceversa, l'ascesa di una piccola imprenditoria coltivatrice e, fatto abbastanza inusitato e mai sufficientemente sottolineato, incoraggiò e sviluppò la formazione della piccola proprietà contadina.

In quel contesto di grande cambiamento si inserì il ruolo della cooperazione, le cui vicende sono raccontate, recuperando dall'oblio il contributo di alcuni pionieri (dell'umanissima e tragica figura di Rinaldo Anelli innanzitutto, ma anche di Angelo Tondini e di tanti altri) e la storia delle più diverse società (quella dei terrazzieri di Cuggiono in particolare, insieme ai numerosi sodalizi creati dall'Umanitaria e dalla Cattedra ambulante d'agricoltura), attive ed operanti nel contado milanese.

L'indagine, condotta assumendo nel suo significato paradigmatico l'evoluzione di una periferia regionale come quella del contado cuggionese osservata attraverso l'esame di una ricca messe di testimonianze d'archivio, offre al lettore e allo studioso l'opportunità di un viaggio intrecciato di grandi e piccole storie, spesso inedite, tutte comunque rigorosamente documentate e raccontate con il piglio di una narrazione tanto gradevole quanto convincente.

Gianfranco Galliani Cavenago , nato a Milano, vive e risiede a Turbigo, paese del quale è stato sindaco per dieci anni. Si è laureato in storia contemporanea all'Università di Torino.



Cuggiono e il suo contado. Campagne e borghi dopo l'Unità
(Le proprietà e i proprietari; Il contratto paterno; L'incerto esordio del lavoro industriale; Un contado malato; La scuola rifiutata)
Le origini dell'associazionismo operaio e contadino
(Le società operaie di mutuo soccorso; Le società contadine di mutuo soccorso; Rinaldo Anelli, pioniere della cooperazione; I forni Anelli per il pane igienico e a buon mercato)
La protesta contadina
(Le cause e i sintomi del disagio contadino; Le fughe dalla terra matrigna; Dago Hill; "El va 'l caldár" (La rivolta contadina del 1889); Il declino di una élite provinciale)
Il difficile esordio della cooperazione
(La Lega nazionale delle cooperative e la Società Umanitaria; La legislazione cooperativa tra diffidenza e benevolenza; La cooperativa dei terrazzieri di Cuggiono; La cooperativa di Cuggiono e la Società Umanitaria; Cooperazione e socialismo)
I protagonisti del cambiamento
("In nome della Lega e della popolazione"; "Un via vai continuo di forastieri per lo stabilimento"; La diffusione del nuovo contratto agrario; La nuova stagione del riformismo agrario. La Cattedra ambulante d'agricoltura e l'Ufficio agrario della Società Umanitaria; Contro il mal della miseria; L'iniziativa dei cattolici; Le casse rurali; Le affittanze collettive; "La dolorosa istoria" dei Probi Contadini di Magnago e la Comunione di Arconate; Dal circolo vinicolo alla casa del popolo; "Anche la testa è un campo da coltivare"; La guerra di Libia; "Gli sforzi, gli ardimenti, le vittorie e le sconfitte")
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