Claudio Acquaviva quinto generale della Compagnia di Gesù (1581-1615) fu non solo il prosecutore più autentico del magistero di Ignazio di Loyola ma fu anche colui che ne completò il percorso affidandolo al cammino secolare che ancora oggi continua. Nella biografia composta alla sua morte dallo storico gesuita Francesco Sacchini, è proprio questo il dato che maggiormente si cerca di porre in evidenza nel tentativo di eternare la sua memoria e legarla a quella di Ignazio nell'empireo gesuitico.

La lotta contro la volontà autonomistica del ramo spagnolo, la cura della spiritualità nel tentativo di costringerla in non debordanti forme di misticismo, il rapporto conflittuale con i pontefici romani e gli altri Ordini della Chiesa timorosi dello strapotere che i gesuiti andavano acquisendo nel panorama religioso dell'Europa inquieta di fine Cinquecento, sono gli elementi che permettono, nella loro composizione, di determinare come questo progetto apologetico abbia avuto luogo e quali furono le conseguenze e gli effetti per la Compagnia. Dall'analisi della vita di Acquaviva, su cui fino ad ora non si era posata, se non distrattamente, l'attenzione degli storici, emerge uno dei volti che assunse il modello tridentino di riforma della Chiesa cattolica.

Alessandro Guerra (Roma, 1971) si è laureato in Scienze Politiche all'Università "La Sapienza" di Roma. Sta concludendo il dottorato di ricerca in Storia della formazione dell'idea d'Europa. Culture nazionali e idea d'Europa presso la stessa Università; ha lavorato a temi di storia delle missioni gesuitiche e della loro cura spirituale ed ha in preparazione un lavoro di cultura politica sulla controrivoluzione italiana di matrice religiosa in età napoleonica.