Legato a Pavia da una lunga attività, Santorre Debenedetti vi è ora presente con l'imponente raccolta dei suoi scritti inediti, costituita in Fondo e attentamente riordinata. Nell'impossibilità di offrirne una scelta (una disposizione vieta la loro pubblicazione), è parso opportuno raccogliere un gruppo di scritti editi - in gran parte di difficile reperimento - in grado dì documentare alcune delle principali linee di ricerca da lui perseguite.
La prima sezione comprende articoli sulla poesia italiana del Due e Trecento, senza dubbio l'ambito su cui Debenedetti ha lavorato con maggiore continuità e intensità. Tutti questi implicano sullo sfondo lo schedario della poesia italiana dei primi tre secoli che oggi si conserva a Pavia nel Fondo Debenedetti.
Forse meno noti, gli scritti dedicati a Dante sono i risultati quasi sporadici di un'attenzione inesauribile al testo della "Commedia" e di un interesse per la sintassi e la sua storia del tutto inconsueto per quei tempi.
Alla terza sezione sono affidate le prime prove dello storico del provenzalismo e della filologia italiana che si sarebbe rivelato anni più tardi con gli "Studi provenzali in Italia" e con i "Tre secoli di studi provenzali".
I famosi saggi sulla complessa storia delle edizioni del "Furioso" occupano la sezione ariostesca: alle strenue analisi di Debenedetti una medesima edizione risulta percorsa da una robusta corrente innovativa, che rispecchia su minima scala i grandi- mutamenti stilistici e linguistici fra le tre edizioni d'autore. L'articolo sulle "Satire" offre poi la quintessenza dei risultati raggiunti nell'allestimento dell'edizione critica di quell'opera.
In appendice sono stati raccolti due saggi estravaganti rispetto alle aree di ricerca più battute: un'etimologia (con forti implicazioni letterarie) e uno studio sul più illustre testo logudorese, esempio ancora imbattuto di filologia sarda.
Il volume è corredato da un indice topografico dei manoscritti e da un indice dei nomi e delle opere anonime.