Un caso politico - letterario di quattro secoli fa eppure di rilevante attualità oggi nel momento in cui crollano a catena gli Stati totalitari mettendo a nudo i loro perversi meccanismi di manipolazione della verità. Un letterato repubblicano, oppositore armato dello Stato assoluto a Firenze, inseguito per tutta Europa da spie e sicari medicei, viene arrestato, processato e forzatamente trasformato da dissidente in letterato di regime. Gli «intellettuali» organici dello Stato assoluto completano l'operazione tramandando quell'immagine ufficiale che si consolida così, mistificata, nelle storie della letteratura italiana dei secoli seguenti.

Un saggio sul controllo della memoria storica e della trasmissione delle fonti di conoscenza da parte d'uno Stato assoluto.

Al di là delle mode storiografiche correnti, spesso effimere, questo libro mostra come sul piano della ricerca politico - letteraria ci sia ancora molto da scoprire e probabilmente molto da riscrivere.

Paolo Simoncelli, Roma 1950, è tra i più affermati storici italiani della nuova generazione. Ha pubblicato libri e saggi di storia politico - religiosa del '500 e sull'Inquisizione romana. Già fellow dell'Harvard University Center for Italian Renaissance Studies at Villa I Tatti, Firenze, è oggi titolare della cattedra di Storia moderna presso l'università di Bari.