L'artigianato per lo sviluppo.

Ermeneia

L'artigianato per lo sviluppo.

Terzo Rapporto Annuale 2009

Il Rapporto sulle dinamiche dell’artigianato trentino presenta la realtà di un settore molto importante, sia per gli aspetti quantitativi (14.000 imprese, 20.000 tra titolari e soci e più di 37.000 addetti complessivi) sia per quelli più qualitativi, all’interno di un passaggio strategico che vede l’artigianato impegnato su due piani: quello di metabolizzare le conseguenze della crisi in corso, ma anche quello di usare la crisi in funzione di una crescita ulteriore.

Printed Edition

33.50

Pages: 368

ISBN: 9788856816723

Edition: 1a edizione 2010

Publisher code: 1820.208

Availability: Discreta

Pages: 368

ISBN: 9788856826258

Edizione:1a edizione 2010

Publisher code: 1820.208

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Questo è il terzo anno che si predispone un apposito Rapporto sulle dinamiche dell’artigianato trentino.
L’importanza del settore è fuori discussione sia per gli aspetti quantitativi che presenta (14.000 imprese, 20.000 tra titolari e soci e più di 37.000 addetti complessivi) sia per quelli più qualitativi: il fatto di essere costituito da soggetti economici che generano ricchezza ed occupazione fino nelle cellule più piccole del territorio, quello di promuovere coesione sociale attraverso l’opportunità di inserimento professionale che l’artigianato offre ai residenti e anche agli immigrati e quello di svolgere una funzione di laboratorio della microimprenditorialità che sollecita la voglia di autonomia e di scommessa economica e sociale nell’ambito della comunità locale.
Il “patrimonio” suddetto risulta tuttavia importante anche per una seconda ragione, legata al tema attuale della crisi economica che dalla seconda metà del 2008 a tutt’oggi ha interessato dapprima la finanza e poi l’economia reale.
Infatti il Rapporto 2009 si colloca all’interno di un passaggio strategico che vede l’artigianato impegnato su due piani: quello di metabolizzare le conseguenze della crisi in corso, mantenendo la propria solidità di fondo; ma anche quello di usare la crisi in funzione di una crescita ulteriore, costruendo via via quella “mutazione” necessaria per poter garantire la tenuta futura del settore.
L’analisi condotta ha permesso di individuare alcuni specifici “archi di tensione”, riconducibili essenzialmente ad un denominatore comune che vede:
- da un lato, la tenuta inerziale del sistema artigianato, “forza quieta” dello sviluppo locale;
- e dall’altro, l’azione centrifuga della differenziazione progressiva delle imprese che si trovano a dover affrontare un altro ciclo di discontinuità, probabilmente più incisivo rispetto a quello già sperimentato nel periodo 2002-2005.
Certo, per oggi la crisi sembra più vissuta sul piano dei timori e meno su quello della razionalità che guarda ai fatti reali, tanto da far dire al 60% degli intervistati che “sino ad oggi in Trentino si è avuto più paura degli effetti potenziali della crisi che non risentire degli effetti reali della medesima”.
Ma il percorso è ancora lungo, anche se il sostegno dell’ente pubblico non manca e – ci si augura – non mancherà. E allora il problema è quello di garantire il costante consolidamento della “forza quieta”, mentre si deve nello stesso tempo accompagnare la mutazione che serve a sostenere un nuovo ciclo di sviluppo nel dopo-crisi.
Si tratta perciò di adottare una strategia fine che aiuti il “motore diesel” del mondo artigiano ad aumentare compressione e resa, per poter uscire bene dall’attuale ciclo economico e restare patrimonio vitale e competitivo del territorio provinciale, anche nella prospettiva medio-lunga.
È interessante infine sottolineare come, vicino alle analisi dell’impatto della crisi, si sia dedicata attenzione alla fase pre-crisi attraverso uno studio condotto direttamente dall’Ufficio Rilevazioni e Ricerche Economiche del Servizio Statistica della Provincia Autonoma di Trento, che aveva predisposto un’indagine di campo ad hoc sulle imprese artigiane, con riferimento alla situazione in cui esse si trovavano al 31 dicembre 2007.

Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema è una società di ricerca e consulenza strategica che opera a sostegno delle imprese e dei soggetti collettivi, pubblici e privati, nazionali e locali. Si occupa con particolare attenzione dello sviluppo locale e della crescita competitiva delle piccole dimensioni d’impresa.


Alessandro Olivi, Prefazione
Introduzione
(Consolidare stabilmente il microtessuto aziendale; Interpretare la tensione tra solidità di fondo e mutazione delle imprese; Uno sforzo specifico di sostegno della cultura aziendale)
Parte I. Il valore del territorio come radicamento e come protezione
La “forza quieta” percorre la propria strada
(Un’espansione frenata; Punti di crescita e punti di indebolimento; La tenuta dell’occupazione; Un ampliamento della base sociale e della capitalizzazione; La costante, seppur lenta, apertura alle donne; Un’accentuata maturità demografica; La permeabilità nei confronti degli immigrati stranieri)
Un approccio equilibrato alla crisi
(Una sensazione di impatto crescente; Un giudizio razionale di minor preoccupazione; Una differenziazione dei comportamenti d’impresa; Una significativa scommessa sul futuro)
Due ambiti da presidiare
(Sostenere al massimo l’innovazione di prodotto; Accompagnare con decisione la crescita della cultura economico-finanziaria dell’imprenditore)
Parte II. Le imprese artigianale affrontano la crisi
La registrazione della crisi in corso
(La percezione diretta dell’impatto; La fenomenologia della crisi; Ordinativi e fatturato in contrazione; La tenuta relativa dell’occupazione; Adattività e flessibilità come risorse strategiche; Una valutazione realistica della crisi oltre il sentiment immediato; Una conoscenza e un utilizzo alquanto limitato degli interventi di sostegno provinciale)
La valutazione delle condizioni strumentali dell’azienda
(La sensazione di poggiare su una base solida; Un sistema che si confronta col mercato; La collocazione prevalente nella fascia più reattiva; La scommessa sul futuro dell’azienda e dell’imprenditore)
L’importanza dell’innovazione per uscire dalla crisi
(La scommessa di investire malgrado tutto; Un’innovazione su più livelli; Una modalità composta di finanziamento degli investimenti; La centralità ribadita dell’innovazione di prodotto; Il giudizio sull’innovatività dell’azienda)
Il punto sui rapporti banca-impresa
(Il credito come problema significativo, ma non prioritario; La denuncia di una onerosità eccessiva; Partecipazione e utilizzo degli strumenti di garanzia creditizia; La debolezza (riconosciuta) della cultura economico-finanziaria dell’imprenditore artigiano)
Parte III. Il profilo strutturale delle imprese artigiane nella fase pre-crisi
La dimensione economica dell’artigianato
I punti di forza percepiti dall’artigianato
I rapporti dell’artigianato con il mercato
Le relazioni produttive tra imprese
I caratteri innovativi dell’artigianato
Allegati
La metodologia utilizzata
Il profilo dei protagonisti coinvolti
Gli indicatori del settore su base comprensoriale
Le tabelle di dettaglio dell’indagine sugli artigiani.

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