Miseria della neopsichiatria.

Luigi Anepeta

Miseria della neopsichiatria.

Sul delirio e sulla predisposizione schizofrenica

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 192

ISBN: 9788846426918

Edizione: 1a edizione 2001

Codice editore: 1240.164

Disponibilità: Esaurito

Vivacissimo negli anni della contestazione antipsichiatrica, il dibattito sulla schizofrenia si è estinto in conseguenza di una restaurazione, ideologica più che scientifica, della neopsichiatria che, enfatizzando i dati della ricerca neurobiologica e alleandosi con le industrie psicofarmaceutiche, è giunta a riproporre tout-court lo stereotipo della malattia cerebrale.

Opporre a questo riduzionismo biologo, che assume il cervello come un organo qualsiasi, una critica meramente destruens non ha, però, più senso. La miseria culturale, scientifica e filosofica della neopsichiatria rende necessario proporre un modello alternativo, sociobiopsicologico, che spieghi i fatti clinici e dia ad essi senso.

L'autore si è impegnato in questa direzione partendo dall'unico dato clinico comune a tutte i deliri schizofrenici: l'essere il soggetto in conflitto con un mondo sociale, interiormente rappresentato, che lo influenza, lo manipola, lo controlla, e a cui egli oppone delle maldestre e talora drammatiche difese. Confermato dall'analisi dettagliata di numerosi casi clinici, tale dato pone in luce una dinamica conflittuale sottostante il delirio, che oppone irriducibilmente doveri sociali e diritti individuali, appartenenza e libertà individuale, volontà altrui e volontà propria, attestando sorprendentemente il primato del sociale interiorizzato - vale a dire dell'Altro - nell'economia mentale umana.

Per spiegare la schizofrenia, occorre ammettere una scissione, che si realizza in conseguenza dell'interazione con l'ambiente, di un patrimonio di bisogni intrinseci psicobiologi, geneticamente programmati che presiedono l'evoluzione della personalità sia nei suoi aspetti strutturali, biologici, che funzionali, psicologici. La teoria dei bisogni intrinseci, ponendo in luce la duplicità della natura umana, risolve l'annoso contrasto tra ipotesi bio e psicogenetiche.

La conclusione paradossale cui giunge l'autore è che, nella maggioranza dei casi, la scissione schizofrenica è favorita da una particolare ricchezza del corredo dei bisogni intrinseci, alla quale va ricondotta la predisposizione ad ammalare.

Luigi Anepeta (Roma), psichiatra e psicoterapeuta, ha lavorato in ospedale psichiatrico, ritirandosi poi dal servizio pubblico per dedicarsi ad un lavoro di ricerca orientato alla definizione di un modello psicopatologico psicosociostorico. Ha pubblicato: La politica del Super-Io (Armando, Roma 1992), Il mondo stregato (Armando, Roma 1995), Abracadabra (Edizioni Fabio Croce, Roma 2000).


La restaurazione psichiatrica
Dall'esperienza alla riflessione teorica
Il nucleo delirante
Un bilancio dell'esperienza terapeutica
Il modello psicopatologico struttural-dialettico
La matrice conflittuale strutturale
Il primato del sociale interiorizzato
Il caso Schreber
Deliro e storia sociale
I corredi genetici individuali
Interazione natura/cultura
Il peso delle ideologie sociali
Riparazione e proiezione
Genesi di un delirio
La catastrofe strutturale psicotica
L'evoluzione della schizofrenia
Un tragitto terapeutico concluso
Un tragitto terapeutico in sospeso
Un fallimento terapeutico
Lo scarto tra teoria e prassi
Il continuum strutturale
Le configurazioni dinamiche
Analisi critica dei dati neurobiologici
Il problema della predisposizione
Rischio genetico e rischio ambientale
Terapia e prevenzione
Conclusione
Nicola Ghezzani , Appendici.

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