Negli ultimi anni il dibattito filosofico-politico, polarizzato fino a un decennio fa tra liberalismo e le varie versioni del comunitarismo, si è arricchito di un nuovo paradigma: il repubblicanesimo.

Il presente volume mira ad analizzare la teoria politica neorepubblicana secondo due piani che si intersecano continuamente: da un lato l'analisi del dibattito circa le origini storiche e le 'contaminazioni' confluite nel neorepubblicanesimo, dall'altro il chiarimento delle categorie concettuali sulle quali i neorepubblicani fondano la loro teoria. Cruciale diventa, in questo senso, l'analisi della ridefinizione di concetti quali libertà, democrazia, partecipazione politica, virtù civica, cittadinanza. Dalla capacità esplicativa e persuasiva di questo restyling dipende la fondazione dell'autonomia teorica del repubblicanesimo.

Costruita per contrapposizioni rispetto al paradigma liberal-individualista e non sempre distinguibile dalle teorie comunitariste, la concezione politica repubblicana rivendica la propria originalità, affidandola soprattutto al concetto di libertà: la libertà intesa come non dominazione (o come indipendenza dalla volontà arbitraria). Un tipo di libertà, cioè, che consentirebbe di cogliere elementi della condizione sociale dell'uomo non evidenziati dalla distinzione (ormai classica, di Berlin) tra la libertà negativa e la libertà positiva e che, proprio per questo, si presterebbe ad essere interpretata come ideale comprensivo delle aspirazioni e delle rivendicazioni degli individui e parallelamente come indicatore dal quale far discendere i critenì organizzativi della società e del governo democratico. Ma si tratta davvero di un terzo tipo di libertà? E quale idea di democrazia e di cittadinanza derivano dal presupposto della libertà as non domination? Può effettivamente, il repubblicanesimo, essere in grado di rappresentare l'ideale regolatore del buongoverno delle società multiculturali o è riuscito, finora, soltanto a porre in discussione assunti e strategie delle ideologie politiche concorrenti senza tuttavia emanciparsi completamente dall'una, il liberalismo (del quale può essere, per certi aspetti, un utile correttore), e dall'altra, il comunitarismo (nispetto al quale soffre di un minor deficit di realismo)?

Raffaella Sau è ricercatrice di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Sassari. Fra i suoi lavori, Società e stato nella filosofia politica di Josè Ortega y Gasset (Sassari 1998).