Nel IX libro delle Confessioni, Rousseau ricorda un progetto di un'opera intitolata La morale sensitiva o il materialismo del saggio, nella quale intendeva cercare le cause dei cambiamenti che rendono gli individui, durante la loro vita, dissimili a se stessi, trasformandoli in uomini del tutto differenti. Essi dipendono spesso dall'impressione interiore degli oggetti esterni, i cui effetti portiamo, senza appercepirli, nelle nostre idee e azioni. Questo progetto non fu realizzato, avendo avuto applicazione concreta nelle opere fondamentali. Già nel 1932, in mancanza dell'opera, Etienne Gilson invitava a ricostruire la Morale sensitiva, ricucendo i suoi frammenti sparsi per tutta l'opera di Rousseau.

Come scrive l'autore nella Letteratura critica, si sono avuti soltanto articoli su riviste e capitoli in opere generali. In questo libro si tenta una più vasta ricerca: non un'antologia di frammenti, ma una monografia che li inserisca in un disegno più vasto, lasciando il massimo spazio alle citazioni, tratte non solo dalle opere principali, ma anche dai saggi minori.

Ne viene fuori un Rousseau libero da etichette, consapevole dell'influenza che i condizionamenti ambientali e sociali possono portare alla dimissione della ragione, se gli individui non sanno usarli come stimoli del suo uso critico, ricordando le parole di Rousseau: "La libertà non sta in nessuna forma di governo. Essa sta nel cuore dell'uomo libero; egli la porta dappertutto con sé, l'uomo vile porta con sé dappertutto la servitù".

Antonino Bruno, è stato professore ordinario di filosofia morale presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Catania e direttore dell'Istituto di filosofia.