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La forma tangibile.

Elisabetta Barizza

La forma tangibile.

La nozione di organismo nell'opera di Louis I. Kahn dalla svolta di Roma al progetto di Venezia

A partire da un lavoro rigoroso di documentazione e di studio sull’esperienza kahniana nel ventennio tra 1930 e 1950, il testo getta nuova luce sul rapporto tra l’opera di Kahn e il movimento moderno. Le tesi sostenute sono verificate attraverso alcuni casi studio tra i quali quello del Palazzo dei Congressi per Venezia, opera sulla quale il testo propone una lettura a scala urbana basata su materiali in gran parte inediti.

Edizione a stampa

33,00

Pagine: 258

ISBN: 9788891750662

Edizione: 1a edizione 2017

Codice editore: 1098.2.41

Disponibilità: Discreta

Pagine: 258

ISBN: 9788891755117

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 1098.2.41

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: PDF con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Pagine: 258

ISBN: 9788891755124

Edizione:1a edizione 2017

Codice editore: 1098.2.41

Possibilità di stampa: No

Possibilità di copia: No

Possibilità di annotazione:

Formato: ePub con DRM per Digital Editions

Informazioni sugli e-book

Questo testo propone un'interpretazione originale dell'opera di Louis I. Kahn in uno dei suoi periodi più fecondi e problematici, durante il quale viene elaborato un particolare metodo progettuale basato su un inedito rapporto con la storia. Il tema non è certo nuovo, ma nuovissimo è l'approccio dell'autrice basato su riflessioni che entrano nel vivo del problema progettuale visto con gli occhi dell'architetto: come progettava Kahn, a quali principi si riferiva in concreto, perché è ancora attuale la sua lezione.
Al contrario di molta letteratura sull'opera di Kahn, ormai ampiamente consolidata, che prende in esame gli archetipi posti alla base dell'invenzione delle forme (archetipi riconosciuti in un passato idealizzato ed astratto, quindi metastorici), La forma tangibile propone come fondamento dell'invenzione kahniana l'apparizione di una nozione di organismo costruttivo spaziale che spiega come l'architetto abbia prodotto forme legate indissolubilmente alla storia senza mai imitare, citare o semplicemente evocare una sola architettura antica. La comparsa di questa nozione è certamente propiziata dall'insegnamento ricevuto da Kahn nell'ambiente culturale di Philadelphia, a partire dai metodi didattici praticati da Paul Cret, professore di formazione Beaux Arts la cui profonda influenza sul maestro estone è stata intuita da alcuni critici, ma che qui viene indagata nel corpo vivo delle sue lezioni, dei documenti di archivio, delle sue opere che sembrano contenere a volte, dietro la rigidità accademica, il sostrato metodologico delle costruzioni kahniane.
A partire da un lavoro rigoroso di documentazione e di studio sull'esperienza kahniana nel ventennio tra il 1930 e il 1950, il testo getta anche nuova luce sul rapporto tra l'opera di Kahn e il movimento moderno. Le tesi sostenute sono verificate attraverso alcuni casi studio tra i quali quello del Palazzo dei Congressi per Venezia, opera sulla quale l'autrice propone una lettura a scala urbana basata su materiali in gran parte inediti.
Supportato dalla convinzione profonda che il più primitivo tra gli istinti dell'uomo sia quello alla bellezza, Kahn era solito affermare che "dalla bellezza viene la meraviglia e dalla meraviglia la realizzazione che la forma è costituita da elementi inscindibili, da parti che non si possono separare".

Elisabetta Barizza, architetto, PhD, docente di Storia dell'arte e disegno, è attualmente impegnata alla divulgazione del lavoro di ricerca svolto presso l'Università degli Studi di Roma "Sapienza". Ha pubblicato con Marco Falsetti, all'interno di questa stessa collana, Roma e l'eredità di Louis I. Kahn (2014).

Giuseppe Strappa, Kahn rivisitato
Introduzione
Parte I. Fortuna critica di Kahn in Italia
L'idea di organismo nell'opera di Kahn
(Morfologia organica nella critica anni Sessanta e Settanta; Interpretazioni della nozione di forma negli anni Ottanta; Verso una lettura contemporanea)
Parte II. Princìpi e fondamenti
Philadelphia e la lezione di Paul Cret
(Architettura e didattica alla University of Pennsylvania; La lezione di Paul Cret; Kahn onora il maestro)
"Come sto andando, Le Corbusier?"
(Gli esordi: in viaggio alla ricerca della forma moderna; Anni Trenta, tra sperimentazione e impegno sociale; L'American Society of Planners and Architects)
Kahn e Roma. L'essenza della nozione di organismo
(Il soggiorno all'American Academy, 1950-1951; Progettare le istituzioni: dall'unità all'unicità; Il progetto plastico/murario)
Parte III. Unità dell'architettura nell'opera di Kahn
"The word order is a beautiful word"
(Progettare con proporzione e congruenza; "Progettare è comporre forme in ordine"; Order is)
"Ordine architettonico implica integrazione di spazio, struttura e aspetti tecnici"
(Leggibilità della forma e integrità architettonica; "Il miracolo della campata"; Originalità delle applicazioni e unicità dei procedimenti)
Dialogo con l'architettura del passato
(Monumentality; Il costruito come rappresentazione di un proposito ben espresso; Il caso esemplare del Salk Institute for Biological Studies)
Parte IV. Luoghi più che edifici
Kahn e Venezia. L'essenza dell'idea di città
(Il progetto; La soluzione architettonica; Dialogo con la città)
Conclusioni
Nota bibliografica
Indice dei nomi
Fonti delle illustrazioni.

Contributi: Giuseppe Strappa

Collana: Nuova Serie di Architettura

Argomenti: Progettazione architettonica e urbana

Livello: Studi, ricerche

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