Il volume presenta la cronaca fedele di un periodo di diversi mesi, dal giugno al dicembre 2004 durante la II Intifada, che l'autrice ha trascorso nel Nord della Cisgiordania come formatrice di un gruppo di psicologi palestinesi per aiutarli a fronteggiare il trauma da guerra.
Il contesto è dato da una situazione in cui la vita di ogni giorno si scontra/incontra con la morte, la rabbia e il dolore di chi subisce ogni giorno violenze e soprusi e dove queste esperienze ed emozioni convivono, paradossalmente, con la leggerezza e l'ironia. L'opera descrive interventi di Psicoterapia della Gestalt e documenta un'osservazione antropologica sul campo, partecipata e partecipante, rinnovata più recentemente nel 2016, nel segno di un concreto, attento e militante umanismo.
Una prima edizione del volume è stata pubblicata nel 2018. L'importanza di questa riedizione, in questo particolare momento storico, è duplice: da una parte, il volume offre strumenti di intervento utili per affrontare situazioni traumatiche, oggi purtroppo sempre più frequenti su scala planetaria; dall'altra, nel solco di Martin Buber e Hannah Arendt, auspica una soluzione di questo drammatico conflitto basata sul dialogo piuttosto che sull'uso di armi, sulla costruzione di ponti piuttosto che di muri.

Alessandra Petrone è psicologa, psicoterapeuta e antropologa. Collabora in qualità di didatta-supervisore e formatrice con molte scuole di psicoterapia in Italia e all'estero. Ha lavorato in contesti extra-europei, in America Latina e in Medio Oriente.