Si parla da quasi dieci anni di knowledge management, ma dopo una iniziale euforia le esperienze concrete sono ancora disorganiche e poco riproducibili.
Questa raccolta di casi concreti nasce per offrire a chi opera su questi temi una panoramica di ciò che una concezione integrata di reti e comunità sta facendo maturare. Tre le linee di lavoro che emergono.
In primo luogo, appare sempre più superata la logica del knowledge management, come creazione di sistemi di raccolta, archiviazione, gestione e diffusione delle conoscenze di una organizzazione. Lo sviluppo dei sistemi di gestione documentale ha consentito di risolvere il problema dell'organizzazione e gestione delle informazioni. Resta però aperto il problema dello sviluppo e dell'impiego effettivo delle conoscenze, che, ancora una volta, richiede l'energia e vitalità delle persone che tali conoscenze utilizzano su processi reali e contemporaneamente integrano e arricchiscono. Se si vogliono usare termini inglesi, potremmo parlare piuttosto di knowledge development.
La seconda linea di lavoro riguarda invece la capacità di scegliere, conoscere, misurare e certificare le competenze. Perché collegare questa linea di lavoro al knowledge development? Si tratta di un nesso molto concreto: infatti i sistemi reali per condividere e gestire informazioni e conoscenze possono essere strutturati solo sulla base di una precisa identificazione delle esigenze informative e conoscitive che persone specifiche hanno nell'operare su processi concreti in funzione delle loro professionalità.
La terza linea di lavoro riguarda il concetto di comunità. Un concetto intrigante, utilizzato anche per riconoscere nelle organizzazioni gruppi con comuni interessi, esigenze informative, orientamenti e bisogni di condivisione. Le organizzazioni per comprendere il processo con cui gruppi professionali e organizzativi stabiliscono meccanismi efficaci ed efficienti di condivisione del sapere, di sviluppo del know-how, di innovazione. In questo senso, la costituzione di comunità attive e vitali è divenuto un punto cardine di molti processi di innovazione nelle organizzazioni: dallo sviluppo dei talenti e dei manager nel futuro, al change management, alla formazione "di mestiere". Agire per costituire comunità attive ha la stessa concretezza che progettare le soluzioni tecnologiche di rete che tali comunità utilizzano: è necessario metodo, rigore, capacità progettuale e trasparenza.
Le tre parti del volume accompagnano lungo le diverse sfaccettature di tali temi attraverso la presentazione di casi concreti.