E' possibile scrivere una storia del pensiero socialista come "cultura del lavoro"? Dalle tradizioni di mestiere alle prime esperienze di fabbrica, dalle riflessioni sul macchinismo allo scientific management, dal taylorismo all'automazione, nella storia del lavoro non si registra solo una continua lotta per il "controllo" dell'organizzazione produttiva, ma si assiste anche all'emergere di nuove prospettive di sviluppo, fondate sulla programmazione dei bisogni e sull'autogestione, e quindi profondamente diverse da quelle realizzate.

Ricostruire la continuità dei temi intorno a cui si è snodata tale riflessione - lavoro come dovere e lavoro come creatività, lavoro necessario e lavoro libero, uguaglianza e gerarchie tecniche. rapporti tra lavoro femminile e lavoro maschile, tra lavoro manuale e intellettuale, educazione e scienza - e Insieme coglierne i momenti nel mutare delle condizioni che reggevano e reggono l'organizzazione effettiva del lavoro: questa la prospettiva che Il volume si è proposto di verificare.

Da Sáint-Simon e Fourier a Proudhon e Marx, da Owen a William Morris, da Jaurès a Lord Russell, dai sindacalisti rivoluzionari al ghildisti, da Kropotkin a Bernstein, da Veblen a Garaudy. la storia del pensiero socialista viene presentata nella ricchezza e varietà delle sue posizioni. L'aver spostato l'accento dal momento esclusivamente politico-istituzionale a quello dell'organizzazione sociale e produttiva consente di valutare l'importanza e la pregnanza di correnti e pensatori spesso trascurati, di scoprirne il significato e le potenzialità progettuali tuttora stimolanti.

Il volume, con una ricerca attenta e aperta sul nostro passato, offre una prospettiva della storia del socialismo quanto mai nuova e fertile di suggestioni per una riflessione contemporanea sul problema del lavoro.