Nonostante i dubbi di Freud sull'oggettività della scienza in generale e della psicoanalisi in particolare, per molto tempo gli psicoanalisti della prima generazione hanno lavorato con un grande fervore alla conoscenza patognomonica della sofferenza psichica ed al miglioramento di una tecnica adeguata per la tenuta del setting e l'efficacia dell'interpretazione.

Un contesto così neutrale dovette di certo aiutare gli psicoanalisti a porsi in una condizione sufficientemente difesa per fare un'esperienza tanto inquietante come la psicoanalisi. Ma fu questa pratica stessa a suggerire gradualmente agli analisti l'importanza delle emozioni personali suscitate nella seduta e ad usarle come strumento conoscitivo di quella particolare esperienza.

Dopo la morte di Freud si mise in moto un fervore di studio e di riflessione diversi da quello esclusivamente medicale, si cominciò ad approfondire il concetto di transfert e parallelamente quello di controtransfert , sino a quello di relazione analitica .

Quando la situazione clinica è stata concepita non più come il luogo d'osservazione oggettiva della sofferenza psichica, ma come quella condizione particolarmente soggettiva e necessaria per poter osservare, attraverso le proprie emozioni, la sofferenza dell'altro, allora è diventato inevitabile pensare a come trascrivere un'esperienza profonda in un linguaggio comunicabile riformulando, conseguentemente, i parametri della teoria e della cura.

Tale problema con le sue difficoltà ed anche con le sue possibilità viene affrontato in questo volume dai diversi autori ed in differenti aspetti della clinica e della teoria.

Adamo Vergine è membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana. Ha pubblicato diversi lavori su riviste di psicoanalisi ed è coautore di molti libri. Tra di essi: La relazione analitica (Borla, 1981); Soggetto, relazione, trasformazione (Borla, 1987); Il "continuo" e il "discreto" in psicoanalisi (Borla, 1987); Corpo-mente e relazione (Dunod, 1998); Nuove geometrie della mente (Laterza, 1999); Soggetti al delirio (Angeli, 2000). È stato inoltre curatore del volume Gli affetti nella psicoanalisi (Borla, 1991).