RISULTATI RICERCA

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Roberto Romiti, Franco Mercatelli

Vendere in banca

Tutto il colloquio di vendita banca-cliente, minuto per minuto. Metodo Domascos: DOMando AScolto Osservo

Il primo libro - MOLTO PRATICO - sulle tecniche di vendita nei servizi bancari e finanziari. Rivolto a tutti gli operatori di banca a contatto col pubblico e ai promotori finanziari.

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Jipm-japan Institute of plant maintenance

Applichiamo il TPM

Guida operativa alla realizzazione del Total Productive Maintenance

Reparti con macchine che non subiscono guasti per mesi. Stabilimenti perfettamente puliti e luminosi. Operai e capi che lavorano sereni, liberi dallo stress. Tutto questo non è fantascienza, ma quanto già oggi avviene nelle aziende che adottano il TPM.

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Minoru Tanaka

Il segreto del Kaizen

Guida operativa per il successo nel miglioramento aziendale

Con molta semplicità viene illustrato il cammino che conduce a una fabbrica eccellente: l'individuazione e l'analisi dei problemi e dei fatti reali, l'elaborazione e la scelta delle idee migliorative, l'attuazione delle iniziative e la verifica degli obiettivi raggiunti. La concretezza dell'esposizione e i molteplici esempi riportati derivano dall'esperienza diretta dell'autore e dei suoi colleghi nei reparti di produzione.

cod. 563.61

Santino Furlan

La moderna contabilità industriale

Guida pratica per imprenditori, dirigenti, funzionari amministrativi e studenti di ragioneria e d'economia e commercio

Il manuale più venduto in Italia per chiunque (studente od operatore) voglia capire i principi e la pratica della contabilità industriale; ampiamente utilizzato in tutti i corsi scolastici e di formazione.

cod. 100.48

Comitato di Redazione

Reviewers 2024

FINANCIAL REPORTING

Fascicolo: 1 / 2025

Rosa Sgambelluri, Francesca Placanica

Il Progetto di Vita. Verso un paradigma integrato tra Universal Design for Transition e Life Designing

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Nel dibattito pedagogico contemporaneo, il Progetto di Vita rappresenta una delle sfide più rilevanti per la costruzione di percorsi inclusivi e autodeterminati. Esso non va inteso come un mero adempimento burocratico, bensì come un dispositivo complesso e multidimensionale, capace di sostenere e orientare le scelte esistenziali attraverso un dialogo costante tra aspirazioni personali, contesti di vita e opportunità sociali. Questa prospettiva si fonda sul costrutto della Qualità di Vita, concepita come dimensione situata, dialogica e partecipata, che pone la persona al centro del processo educativo, riconoscendola e valorizzandola come protagonista attiva del proprio sviluppo.

A partire da tali premesse, il contributo propone l’integrazione di due paradigmi complementari: lo Universal Design for Transition (UDT), che offre una cornice pedagogica volta a garantire accessibilità e continuità nei passaggi di vita, e il Life Designing, un approccio narrativo che accompagna le persone nelle transizioni più critiche, fornendo strumenti per la costruzione consapevole e socialmente situata del proprio progetto di vita. L’elaborazione di un paradigma integrato consente di individuare nella narrazione e nell’autodeterminazione due mediatori fondamentali, in grado di tradurre i principi teorici in pratiche educative concrete ed efficaci. In questo framework, il Progetto di Vita si configura come un processo educativo e culturale di trasformazione, finalizzato a promuovere inclusione, qualità della vita e partecipazione attiva nelle diverse sfere dell’esperienza umana. Tra le applicazioni operative ispirate a questo approccio, l’app Mi racconto si distingue come strumento digitale che, attraverso la narrazione, favorisce l’autodeterminazione e supporta la definizione di percorsi di vita significativi.

La Legge 62/2024 introduce una riforma organica delle politiche per la disabilità, ponendo al centro il concetto di “progetto di vita” e ridefinendo le pratiche di valutazione in chiave multidimensionale. Il presente contributo analizza la portata pedagogica della normativa alla luce del modello biopsicosociale ICF e dei principi dell’educazione inclusiva, con particolare attenzione alla formazione iniziale e in servizio dei professionisti sanitari. L’articolo evidenzia come medici e operatori delle professioni sanitarie siano oggi chiamati a sviluppare competenze non solo cliniche ma anche educative, relazionali e interprofessionali, in un’ottica di corresponsabilità progettuale. La pedagogia speciale si configura come sapere abilitante per comprendere, accompagnare e formare tali figure, contribuendo a una trasformazione culturale che attraversa università, servizi, enti del Terzo Settore e territori. Il paper propone un’analisi teorica e normativa del quadro attuale, individuando nella formazione una leva strategica per la piena attuazione della riforma.

Enrico Miatto, Claudia Maulini

Dal dispositivo normativo al dispositivo pedagogico: il Progetto di Vita per l’inclusione lavorativa

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Il contributo analizza le implicazioni pedagogiche del D.Lgs. 62/2024, che introduce il Progetto di Vita (PdV) come dispositivo centrale per l’elaborazione di percorsi inclusivi. L’articolo sostiene che il PdV non possa essere considerato unicamente come strumento amministrativo, ma debba essere inteso come dispositivo pedagogico capace di intrecciare diritti, educazione e legami sociali. In particolare, viene messa in luce la funzione del PdV come volano per l’inclusione lavorativa, intesa non come mero collocamento, ma come esperienza identitaria, formativa e di cittadinanza attiva. L’analisi evidenzia tre dimensioni qualificanti il PdV: la processualità, che richiede strumenti di revisione continua e di accompagnamento flessibile; la relazionalità, che sollecita forme di co-progettazione tra persona, famiglia, istituzioni e comunità; e la trasformatività, che chiama i contesti sociali e lavorativi a riorganizzarsi in termini di accessibilità e giustizia. La stessa analisi evidenzia tre criticità che rappresentano al tempo stesso sfide e opportunità di ricerca per la Pedagogia speciale: la costruzione di modelli di governance equi; la sperimentazione di pratiche di co-progettazione inclusiva; e la formazione di nuove figure professionali capaci di mediare le transizioni e favorire processi di innovazione organizzativa.

Mariachiara Feresin, Elena Bortolotti

Il progetto di vita delle persone con disabilità: un approccio dinamico per costruire una vita di qualità

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Il concetto di Progetto di Vita si configura oggi come un dispositivo educativo e culturale capace di orientare processi di trasformazione individuale e sociale. Tuttavia, la sua effettiva traduzione nella vita quotidiana delle persone con disabilità resta un nodo complesso e irrisolto. Il presente contributo intende esplorare questa complessità e interrogare le condizioni, i vincoli e le possibilità che rendono praticabile l’elaborazione e l’attuazione di progetti di vita autentici e sostenibili. In questa prospettiva, il Progetto di Vita non può essere inteso come un esito statico, ma come un processo continuo di negoziazione tra aspirazioni personali, condizioni materiali, opportunità educative e vincoli sociali. La riflessione proposta apre a piste di lavoro che intrecciano ricerca e pratiche, con l’obiettivo di delineare strategie educative e istituzionali capaci di promuovere una Qualità di Vita intesa non solo come benessere individuale, ma come orizzonte collettivo di trasformazione.

La legge 227/21 avvia la più ampia riforma sulla disabilità nella storia della Repubblica, definendo una faglia epocale dal punto di vista culturale, del diritto e delle pratiche. In tale cornice, il Progetto di vita individuale personalizzato partecipato si configura come dispositivo volto a garantire il pieno godimento dei diritti e delle libertà fondamentali.L’articolo propone, a partire dall’analisi del quadro epistemologico di riferimento, l’utilizzo della definizione relazionale di disabilità contenuta nella Convenzione Onu sui diritti (CRPD), e della connessa concettualizzazione di cittadinanza, per individuare le tre condizionalità sociopedagogiche alla base del Progetto di vita, argomentando che una cornice teorica e operativa che contrasti l’abilismo nelle le sue molteplici manifestazioni, una concezione dell’autodeterminazione basata sull’agentività e una definizione accurata degli spazi di utilizzo del concetto e dei modelli di Qualità della Vita configurino le condizioni infrastrutturali, epistemologiche, valoriali e operative necessarie affinché il Progetto di vita si costruisca concretamente come il potente strumento di emancipazione che la CRPD richiede.

Negli ultimi anni si stanno sviluppando nuove cornici al discorso sulla disabilità. Parallelamente, il cambio di paradigma simboleggiato dall’approvazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ha ricevuto una consistente attenzione nonché una forte spinta attuativa con la Legge Delega in materia di disabilità n.227 approvata nel 2021. In questo quadro, il Progetto di vita si qualifica come infrastruttura personalizzata di accesso alla cittadinanza. L’articolo ne ricostruisce gli elementi pricipali, mettendo in luce fondamenti pedagogici e assetti metodologici necessari a ricomporre armonicamente la dimensione attuativa con le trasformazioni normative e culturali in corso.

Enrico Orizio, katia Montalbetti

Dalla teoria alla pratica: la valutazione nei servizi socioeducativi del territorio bresciano

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Il contributo indaga culture e pratiche valutative nei servizi socio-educativi del territorio bresciano, gestiti da enti del Terzo settore. La ricerca osservativa si focalizza sulla frequenza con cui la valutazione è condotta nei servizi, sulle funzioni ad essa attribuite, sugli aspetti considerati, sui metodi impiegati e sulle modalità di utilizzo dei risultati. Per la rilevazione dei dati è stato impiegato un questionario strutturato rivolto ai coordinatori di 87 servizi (risposte valide = 74).

I dati mostrano come la valutazione sia ampiamente diffusa nei servizi più ampi e strutturati e, soprattutto, in quelli dove sono state svolte iniziative formative sul tema della valutazione. Particolarmente riconosciute appaiono le funzioni formative e conoscitive, cui seguono quelle certificative. Bisogni, gradimento ed efficacia sono spesso oggetto di valutazione; mentre lo sono meno i processi e gli impatti. L’impiego dei risultati appare orientato soprattutto al miglioramento degli interventi.

Nel complesso emerge un quadro incoraggiante, che sollecita tuttavia ad investire ancor più nella valutazione dei processi e degli impatti ampi e trasformativi; inoltre, emerge il ruolo strategico assunto dalla formazione sulla valutazione, iniziale e in servizio, per la diffusione di pratiche metodologicamente solide e rigorose.

Laura Fedeli, Gigliola Paviotti, Chiara Mignucci, Elisabetta Tombolini

L’inclusione socio-lavorativa di giovani adulti con disturbo dello spettro autistico: l’esperienza della Cooperativa sociale Artemista

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Il presente contributo indaga il tema dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità con un focus specifico sul disturbo dello spettro autistico (ASD). Dopo aver delineato il quadro nazionale ed europeo, che evidenzia una marcata sottoccupazione e la persistenza di stereotipi limitanti, l’articolo ripercorre l’evoluzione normativa italiana dal collocamento mirato alla recente riforma introdotta dal DL 62/2024. Nonostante un impianto normativo in evoluzione i dati evidenziano quanto l’inserimento al lavoro rimanga una sfida complessa, segnata da pregiudizi, difficoltà di accesso e mancanza di percorsi stabili. L’esperienza della cooperativa sociale Artemista, nel caso riportato dei “Cantieri di orientamento e accompagnamento all’inclusione socio-lavorativa”, rappresenta uno spunto di riflessione significativo rilevando la difficoltà di tradurre occasioni di formazione in reali opportunità occupazionali e segnalando la necessità di un approccio sistemico e interprofessionale. L’inclusione lavorativa richiede, infatti, una rete sistemica di servizi, enti e università, capace di tradurre esperienze locali in strategie di lungo periodo per garantire coerenza, sostenibilità e impatto trasformativo.

Vincenzo Barra, Antinea Ambretti, Giuseppe Baldassarre, Rosa Sgambelluri

Progetto di vita e Autodeterminazione. Il Tinkering come dispositivo pedagogico per un apprendimento universale

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Alla luce delle recenti disposizioni introdotte dal Decreto Legislativo n. 62/2024, il Progetto di Vita si configura come una strategia pedagogica finalizzata a promuovere processi di inclusione, partecipazione attiva e sviluppo integrale della persona, attraverso un percorso educativo personalizzato, corresponsabile e dinamico, capace di accogliere e valorizzare l’unicità di ciascuno. In questo framework teorico-normativo, l’autodeterminazione, intesa come capacità di esercitare agency, compiere scelte consapevoli e partecipare attivamente alla co-progettazione del proprio percorso di crescita, assume un ruolo cruciale, configurandosi al contempo come finalità educativa e presupposto imprescindibile per la costruzione di progettualità trasformative e condivise. In accordo con tale impianto pedagogico, il Tinkering si configura come un approccio didattico innovativo, fondato sui principi dell’embodied cognition e orientato alla valorizzazione dell’esperienza concreta, della sperimentazione e della personalizzazione dei processi di apprendimento, in linea con i principi dello Universal Design for Learning. A partire da questi presupposti, si apre uno spazio di riflessione sulle potenzialità educative del tinkering, in particolare in relazione ai temi del Progetto di Vita e dell’autodeterminazione, nella prospettiva di un’educazione inclusiva. Il presente contributo si propone di offrire una cornice teorica e spunti operativi per la progettazione di percorsi didattici flessibili e inclusivi, orientati alla costruzione di ecosistemi educativi capaci di sostenere il coinvolgimento attivo e consapevole di ciascuno studente nel proprio processo di maturazione e apprendimento.

Il contributo presenta i risultati di una ricerca esplorativa condotta su un gruppo di docenti di sostegno in formazione con lo scopo di tracciare un profilo dei docenti con Funzione Strumentale quali figure di sistema significative nelle prassi della costruzione del Progetto di Vita. Attraverso un questionario quanti-qualitativo sono state indagate le rappresentazioni e le aspettative dei docenti in formazione rispetto le figure di sistema che si occupano dell’area inclusione all’interno dei contesti scolastici, con particolare riferimento al loro ruolo nella costruzione dei percorsi PCTO.

I dati raccolti restituiscono la descrizione di docenti competenti ed esperti, in grado di supportare i colleghi e la comunità professionale nella conoscenza, progettazione e realizzazione delle esperienze educative orientate al Progetto di Vita.

Quanto emerso conferma che la promozione di una sempre maggiore qualità dei percorsi è responsabilità di tutte le figure della comunità scolastica, con particolare riguardo alle figure di sistema. La ricerca apre nuovi interrogativi che possono essere oggetto di successive ricerche che contribuiscano a dare maggiore connotazione al profilo esplorato.

Antonio Cuccaro, Chiara Gentilozzi, Claudia Maulini

Lives, choices, territories: Life Project, Quality of Life, Capabilities and Person-Centred Planning in light of Legislative Decree 62/2024

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

In the context of the reform of the Italian system following Legislative Decree 62/2024, the Individual, Personalised and Participatory Life Plan takes on a central regulatory position. This paper aims to offer a theoretical-empirical analysis and an operational interpretation based on the current regulatory and scientific landscape. The objective is twofold: on the one hand, to increase conceptual understanding of the Life Project in relation to models of person-centred planning, supported decision-making and theories of quality of life; on the other hand, to provide a reflection on possible guidelines and recommendations for the design, implementation and evaluation of the Life Project across local contexts, starting from a focus on the regional model of Umbria. Through a systematic review of international literature on effectiveness, challenges and best practices, a reflection was carried out on strengths, organisational critical issues, training needs, outcome indicators and possible research perspectives. The contribution is aimed not only at social, educational and health service providers, researchers and the educational community, but also at policy makers and bodies that determine the implementation guidelines of national legislation.

Farnaz Farahi Sarabi

Dal Progetto alla Qualità di Vita: l’approccio pedagogico-narrativo applicato alla disabilità

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Ogni progettualità che ambisca a non essere solo condizione epistemica di pianificazioni eterodirette, ma riconoscimento di un soggetto nella sua unicità e complessità, deve aprirsi a un orizzonte inclusivo. Una prospettiva che richiede, a sua volta, l’adozione di pratiche educative-didattiche di matrice espressiva. L’approccio narrativo, sotto questo punto di vista, si adatta perfettamente alla sfida pedagogica che la disabilità ci pone. Non si limita a restituire voce al soggetto, ma ne consente l’emersione in quanto protagonista narrante della propria esperienza. Un soggetto che rivendica diritti e agency nel Progetto di Vita che lo riguarda. Una narrazione, dunque, che non è solo riappropriazione di sé, ma anche costruzione di uno spazio educativo intermedio tra il proprio modo di essere e l’altro, tra l’esperienza personale e le coordinate culturali, istituzionali e relazionali dell’ambiente di vita.    

Il contributo mantenendo la scuola primaria come campo d’indagine, sottolinea l’approccio narrativo quale determinante fondamentale per rendere il Progetto di Vita uno strumento realmente trasformativo e inclusivo del bambino con disabilità, contribuendo così al miglioramento della sua Qualità di Vita.   

Alessio Di Paolo, Anna Rescigno, Michele Domenico Todino

Semplessità e Progetto di Vita tra arti e tecnologie didattiche: traiettorie inclusive

EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY

Fascicolo: 2 / 2025

Il contributo esplora il paradigma della semplessità quale chiave ermeneutica per governare la complessità insita nella costruzione del Progetto di Vita delle persone con disabilità, collocandosi nel solco delle più recenti riflessioni pedagogiche e normative. Muovendo dall’evoluzione del quadro legislativo e dall’adozione del modello bio-psico-sociale, l’articolo mette in luce la necessità di superare approcci riduzionisti o rigidamente lineari, riconoscendo nella semplessità, una traiettoria operativa capace di tradurre la pluralità in eleganza funzionale. Le arti e le tecnologie didattiche emergono come mediatori semplessi, strumenti vicarî che generano partecipazione, simbolizzazione e progettualità, restituendo centralità alla corporeità e alla dimensione relazionale dell’apprendere. In tale prospettiva, il Progetto di Vita non è documento statico, ma opus aperta, narrazione esistenziale in continuo divenire, in cui deviazioni, anticipazioni e mediazioni si intrecciano in un cammino rizomatico. La semplessità si configura, dunque, non solo come paradigma epistemologico, ma come habitus etico ed estetico, orientato a rendere l’educazione ars vitae, capace di sostenere la dignità e l’autodeterminazione di ciascuno.