San Colombano di Postalesio

A cura di: Alessandro Rovetta, Rita Pezzola

San Colombano di Postalesio

Il volto lieto del medioevo valtellinese

Abbandonata per secoli in uno stato di degrado prossimo alla completa distruzione, la chiesa di San Colombano a Postalesio ha recuperato negli ultimi vent’anni la sua dignità monumentale rivelando al suo interno preziosi lacerti pittorici, in gran parte databili alla prima metà del XII secolo. Il risultato è la restituzione di un luogo che non è più un rudere, ma una testimonianza di straordinaria vitalità creativa, economica e sociale.

Pagine: 432

ISBN: 9788835142751

Edizione:1a edizione 2022

Codice editore: 12000.26

Informazioni sugli open access

Il valore particolare di queste pagine, oltre alle molte novità in esse contenute, è nei molteplici punti di vista (di storici, storici dell'arte, archeologi, restauratori e conservatori) che, tramite testi, immagini e rilievi, si focalizzano sul medesimo oggetto. I risultati ottenuti si muovono tra due poli: da un lato, la precisazione dell'identità del monumento e della sua decorazione; dall'altro, l'ampliamento del quadro di contesto. Un traguardo, quindi, aperto e problematico, imposto dalla realtà dei fatti e confermato dai risultati acquisiti.

Abbandonata per secoli in uno stato di degrado prossimo alla completa distruzione, la chiesa di San Colombano a Postalesio ha recuperato negli ultimi vent'anni la sua dignità monumentale rivelando al suo interno preziosi lacerti pittorici, in gran parte databili alla prima metà del XII secolo. In particolare, ampie tracce di due velari sovrapposti e una serie di frammenti recuperati dagli scavi archeologici nella zona presbiteriale, hanno consentito di arricchire il raro patrimonio pittorico medievale della Valtellina. Soprattutto il ciclo dei Mesi, raffigurato sul secondo velario, ha innescato una feconda attività di studi, scavi, restauri e azioni di valorizzazione.
Con l'ausilio di rilievi fotogrammetrici e restituzioni grafiche è stato possibile riconnettere a quanto rimasto in loco i frammenti pittorici recuperati dallo scavo e oggi conservati presso il Museo di Arte e Storia Valtellinese andando ad ampliare gli indizi su quanto poteva essere dipinto sulle pareti del presbiterio medievale. Il risultato è la restituzione di un luogo che non è più un rudere, ma una testimonianza di straordinaria vitalità creativa, economica e sociale. Un piccolo e raro gioiello, incastonato tra le rive dell'Adda e i primi balzi della dorsale retica.

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Rita Pezzola,
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Abstract
Autori.

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